Catenaccio e contropiede, Malesani inguaia Luis Enrique

27/10/2011 alle 11:39.

LA REPUBBLICA (G. ADAMOLI) - Ha ragione Luis Enrique. «Questa Roma non è matura per puntare allo scudetto». La sconfitta di Genova conferma la sua tesi: la sua squadra fa la partita, ma un gioco scolastico e prevedibile non gli evita la sconfitta. L’utopia del tecnico asturiano si scontra con il sano realismo di Malesani: catenaccio e contropiede. Un calcio che evidentemente paga sempre. La Roma così, dopo aver acciuffato il pareggio


sceglie di riconfermare in blocco la squadra che ha bloccato la a Torino, per Luis Enrique, invece, è l’ottava formazione diversa in otto partite di campionato. Le sorprese sono soprattutto all’attacco.

All’assenza forzata di , il tecnico spagnolo aggiunge anche quelle volontarie di Osvaldo e Borriello. Si affida così a Lamela (trequartista), Bojan e : 60 anni in tre. Perrotta viene riproposto . La Roma fa possesso palla, il  lascia solo Palacio in avanti, chiude tutti gli spazi e prova a ripartire in contropiede. «Perché ormai è con le ripartenze che si vincono le partite», aveva teorizzato Malesani alla vigilia. Il  difende con nove giocatori, quando Gago di testa chiama Frey alla respinta, su di lui a saltare, nella posizione di  c’è ovvero colui che dovrebbe essere il partner di Palacio in attacco. La frittata (38’ pt) la combina Heinze che sbaglia un disimpegno facile facile e innesca una di quelle ripartenze sulle quali Malesani aveva impostato la sua partita. Palacio entra in area, si blocca, dà un’occhiata al centro dell’area e scarica su . All’attaccante serbo la difesa della Roma ( e soprattutto Burdisso) dà il tempo di fermare la palla e tirare una botta di  imprendibile per Stekelenburg. Per è la fine di un incubo di due anni e passato attraverso una doppia operazione ai crociati del ginocchio. Quest’estate il  non l’aveva nemmeno convocato per il ritiro, stava per essere ceduto quando Malesani ha proposto a : «Sa giocare al calcio: proviamo a recuperarlo». Nel secondo c’è Bovo per l’acciaccato Moretti e dopo appena un minuto lo stadio insorge per un contatto in area tra Heinze e Palacio che considera regolare. Al 13’ il doppio cambio con il quale Luis Henrique prova a dare più spinta alla Roma: fuori Lamela e Pizzarro e dentro Osvaldo e Greco. Poi nella mischia anche Borriello e così da attaccante si ritrova a dover fare il terzino su Constant, entrato per lo stremato . Proprio  (36’) firma il pareggio dopo che Bovo si addormenta e consente a Borriello di mettere al centro una palla che sembrava destinata sul fondo. Ma al 44’ il gol-carambola di , Luis Enrique non è nemmeno fortunato.