IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Larrabbiatura di Bratislava, dove senza uno straccio di spiegazione era stato spedito in panchina, giovedì sera al momento della sostituzione si è trasformata in incredulità. Ma davvero devo uscire io?, si è chiesto quando ha visto il quarto uomo sollevare la lavagna luminosa con il numero 10. Il suo sguardo, scovato abilmente dalle telecamere, valeva
Ma davvero devo uscire io?, si è chiesto quando ha visto il quarto uomo sollevare la lavagna luminosa con il numero 10. Il suo sguardo, scovato abilmente dalle telecamere, valeva più di mille parole: non solo rabbia, ma anche sorpresa e perplessità nei suoi occhi. Non ci voleva credere, Francesco Totti, invece era tutto vero. Fuori. Sostituito nonostante non stesse andando male, nonostante ci fossero ancora diciannove minuti da giocare (recupero incluso) con la Roma alla caccia del secondo gol, quello che le avrebbe assicurato la qualificazione, e la prospettiva di dover andare ai supplementari se non addirittura ai calci di rigore. Totti fuori tra i fischi a Luis Enrique e fuori anche la Roma, incapace di entrare a far parte del tabellone di Europa League.
Il capitano, ieri mattina, si è presentato al Bernardini come al solito unora abbondante prima dellinizio dellallenamento. Avendo giocato la sera precedente è stato inserito da Luis Enrique nel gruppo di lavoro defaticante, e questo vuol dire che la sua presenza a Trigoria è stata relativamente breve. Come accaduto dopo Bratislava, Totti non ha chiesto a nessuno, tecnico o dirigenti (in sede cerano lad Fenucci e il ds Sabatini), di avere qualche spiegazione: come si ricorderà, venerdì scorso al rientro da Bratislava è stato Luis Enrique in prima persona (imitato poi da Walter Sabatini) a convocare Francesco nel suo spogliatoio per dargli dei chiarimenti, ieri invece nessuno lha cercato, nessuno aveva qualcosa da dirgli. Possibile? Possibile. Il tecnico ha parlato per una decina di minuti alla squadra, nessun colloquio diretto con il capitano (e con nessun altro). Totti-Luis, separati in casa. Impossibile negarlo. Il ragionamento di Francesco, alla luce di quanto (non) è accaduto, è facile facile: se non volete parlare con me o darmi spiegazioni, perlomeno datele ai tifosi che laltra sera hanno sonoramente contestato la decisione di Luis Enrique e che hanno diritto di sapere. Perché, pensa il capitano, continuare a far finta di niente è la soluzione peggiore per tentare di risolvere la faccenda. Il suo comportamento continuerà ad essere sempre lo stesso: nessuna polemica e accettazione di ogni tipo di scelta di Luis Enrique. E, questo deve essere ben chiaro, Totti non ha alcuna intenzione di lasciare la Roma: non ci pensa minimamente ad andarsene, anche perché non vuole dare soddisfazione a nessuno. Magari a chi saluterebbe la sua partenza con un sorriso grande così. Dopo esser stato fuori a Bratislava per una scelta tecnica, come precisato da Luis Enrique, il capitano, nonostante una caviglia acciaccata, si è messo subito al lavoro, non ha saltato un solo allenamento e alla fine ha convinto il tecnico asturiano a farlo giocare nella prima della stagione allo stadio Olimpico.
E, come detto, il copione non cambierà: Totti, a partire da stamane, ricomincerà ad allenarsi per guadagnarsi una maglia da titolare per la prossima partita. Se qualcuno della società (magari anche dallInghilterra) avrà voglia di parlargli, bene; in caso contrario, per lui nessun problema. Del resto, Francesco più che mettersi a disposizione del tecnico, giocare, risultando uno dei migliori, e accettare ogni tipo di decisione dellallenatore non può fare. È assolutamente giusto il ragionamento che fa Luis Enrique, e cioè mando in campo chi lo merita e ogni scelta è legata al bene della squadra. Linterrogativo, però, alla luce di quanto accaduto giovedì sera allo stadio Olimpico, è un altro: non sarebbe stato il caso di sostituire, magari prima di Totti, qualcun altro che lì davanti non ne azzeccava una, sbagliando anche i gol più elementari? Se lè chiesto tutto lo stadio (e tutta la gente davanti alla tv). Questo per dire che se Totti deve essere uno come tutti gli altri, è bene che Luis Enrique dimostri in fretta con i fatti che tutti sono o devono essere come Totti. Il doppio confronto con lo Slovan Bratislava, andando a riguardare i tabellini, non lo conferma.