GASPORT (A. PUGLIESE) - Era iniziata con la festa dei 50.000, è finita con la pioggia di fischi a squadra e Luis Enrique. La graticola romana, caldo permettendo, è già tutta per lui. «Dimissioni? Non ci penso, non mi arrendo certo alle prime difficoltà», dice Luis Enrique. Anche se la Roma è uscita dall'Europa contro una squadra di medio-scarso livello. E anche se proprio quei 50.000 lo hanno ricoperto di fischi alla sostituzione di Totti, furibondo per il cambio. Pare che un tifoso volesse scavalcare per... raggiungerlo.
Scelte Ieri l'Olimpico era pieno di entusiasmo, fino al 73°, quando è uscito Totti e non, magari, un Bojan bruttissimo. «I cambi li scelgo e li sceglierò io, non meriterei la fiducia del club altrimenti continua il tecnico giallorosso . Immagino che qui, con questo problema, abbiano dovuto convivere altri allenatori. Bojan? Serata storta per tutti gli attaccanti. Meritavamo di vincere». Sarà, ma intanto Weiss è felice. «Senza Totti le nostre possibilità di qualificarsi sono aumentate. Lui è la Roma», ha detto il tecnico slovacco.
Delusione Tra i volti delusi, quello di Walter Sabatini, d.s. giallorosso: «Le grandi cose a volte si costruiscono su un dolore. La squadra ha giocato bene. I fischi sono immeritati. Senza Totti ci siamo sgonfiati. Il mercato? Luis Enrique non deve diventare vittima di una politica del club. Siamo orgogliosi del suo lavoro, non è in discussione, sconta ritardi di cui prendo le responsabilità». Come quella di Kjaer, arrivato ieri. «Appena mi ha cercato la Roma non ci ho pensato un attimo», ha detto.