IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - 25 agosto 2011, ore 22:34: sfuma il primo obiettivo della stagione, la Roma è eliminata dallEuropa League. Dopo la sconfitta dellandata, lo Slovan Bratislava viene allOlimpico e pareggia 1-1, eliminando i giallorossi dallEuropa. La Roma della rivoluzione, dei milioni spesi sul mercati, del modello Barcellona e chi più ne ha più ne metta, si fa eliminare da tali Putnocky, Cikos e compagni. Illustri sconosciuti, in una notte tra le peggiori della storia della Roma. Umiliata, a casa sua, da avversari che dire modesti è fargli un complimento e che, giustamente, festeggiano per oltre un quarto dora dopo la fine della partita.
La Roma della rivoluzione, dei milioni spesi sul mercati, del modello Barcellona e chi più ne ha più ne metta, si fa eliminare da tali Putnocky, Cikos e compagni. Illustri sconosciuti, in una notte tra le peggiori della storia della Roma. Umiliata, a casa sua, da avversari che dire modesti è fargli un complimento e che, giustamente, festeggiano per oltre un quarto dora dopo la fine della partita. Una festa che avrebbero dovuto fare i tifosi della Roma, accorsi in massa al primo impegno casalingo della stagione e che tornano a casa delusi, amareggiati e inferociti con lallenatore spagnolo. Il quale, quando lo spettro dei supplementari inizia ad affacciarsi, toglie il suo giocatore più forte (fortissimo) e prezioso per farne giocare un altro che non aveva portato neanche un ritiro. Se cè una faccia, unespressione, un atteggiamento, che identifica i romanisti è il volto di Totti quando esce dal campo. Basta rivederlo. E si capisce tutto. E pensare che la serata era iniziata nel migliore dei modi, con i nuovi acquisti presentati dallo speaker e DiBenedetto a fare foto col telefonino. In campo, almeno finché le gambe hanno retto, solo la Roma. Secondo minuto, prima azione: Caprari si inserisce bene in area però perde lattimo giusto per tirare. Lo fa Bojan, ma la sua conclusione è debole e finisce comodamente tra le braccia del portiere avversario. La Roma, che però dopo 7 minuti è costretta al primo cambio: Cicinho si ferma per un problema muscolare, al suo posto Luis Enrique mette Rosi. All11 Roma in vantaggio: angolo di Totti, Simplicio sfiora di testa ma non carriva, ci pensa allora Perrotta in scivolata con tanto di pallone sotto le gambe del portiere. Lo Slovan si vede poco e niente, giusto alla mezzora brividi per i romanisti dopo un retropassaggio avventato di Cassetti a cui rimedia Stekelenburg in uscita. Si vede anche Totti, prima con uno splendido passaggio di prima per Simplicio, poi con un calcio dangolo battuto talmente bene che dà leffetto del gol a tutti i 50mila dellOlimpico, e infine con uno stop e unapertura da applausi. E lo stadio canta, inevitabilmente, Un Capitano, cè solo un Capitano. La partita è un monologo: al 44 ci prova persino Rosi, che da posizione defilata colpisce di nuovo lesterno della rete. Il primo tempo termina così, con un solo gol allattivo ma tanti applausi da parte della gente romanista.
Si riparte nello stesso modo: la Roma schiera gli stessi 11, la Sud canta, Luis Enrique è costantemente in piedi al limite dellarea tecnica. La prima emozione la regala, e come ti sbagli, ancora Totti che dal limite dellarea lascia partire un destro che Putnocky ribatte. La porta dello Slovan sembra stregata, dopo che anche Caprari manda di poco a lato. La grande occasione al 12 capita sui piedi di José Angel che stoppa di petto e di sinistro, da posizione ravvicinata, manda, per lennesima volta, alto. Luis Enrique cambia ancora: Caprari, dopo lennesimo tiro, si fa male e chiede il cambio, al suo posto (dopo lovazione dello stadio) entra Verre, allesordio in una partita ufficiale. Alla mezzora, lincomprensibile: lallenatore spagnolo toglie Totti e mette Okaka. LOlimpico non gradisce, fischia e quando il Capitano va direttamente negli spogliatoi, senza degnare di uno sguardo il tecnico, canta solo e soltanto per lui. I minuti passano, ne mancano 10 ai supplementari, lo stadio inizia a non gradire. E infatti, puntuale, arriva il pareggio dello Slovan con il neo entrato Stepanovsky. È una doccia gelata in una serata da incubo, i cinquantamila dellOlimpico se la prendono con Luis Enrique e gridano buffone, buffone, buffone. Mancano sei minuti al termine, la Roma reclama un rigore per un fallo su Rosi in area, Viviani viene ammonito, Bojan si divora un gol solo davanti al portiere, è solo una lenta agonia fino al fischio finale. Che, quando arriva, pare quasi una liberazione. E il pensiero corre veloce a 11 anni fa: Roma eliminata in Coppa Italia dallAtalanta e scudetto al termine della stagione. La speranza è che la storia si ripeta, unica magrissima consolazione a cui attaccarsi in una notte da dimenticare