"Roma divertiamoci"

14/07/2011 alle 10:35.

L MESSAGGERO (M. FERRETTI) - L’entusiasmo coinvolgente di Luis Enrique e le perplessità diFrancesco Totti. Una cosa te la saresti aspettata, ovviamente; l’altra no, assolutamente.

Eccolo, . «Prime impressioni? Non so ancora dirlo, non so chi sia rimasto o chi è andato via. Non ho visto nessuno della nuova proprietà», il suo virgolettato. «Come ho vissuto quest’estate? Lontano da tutto. Spero che abbiano lavorato per il verso giusto. Da questo cambio mi aspetto la continuità di risultati. Spero possano fare una grande Roma per questa grande à. di nuovo al centro del progetto? Ormai sono venti anni anni che faccio questo lavoro, sono abitutato alle chiacchiere», le parole di a Roma Channel.

Poche dichiarazioni, ma mirate non casuali. E da tenere, oggi e domani, nel debito conto. Luis Enrique, invece, ha parlato a lungo ma solo alla squadra, sia in campo che nello spogliatoio (prima dell’allenamento mattutino). Tutti presenti - Pizarro in leggero ritardo, differenziato per Juan e Brighi - tranne Cicinho in permesso. Nessun volto inedito.

L’ex allenatore del B, cappellino, occhiali da sole, orologione al polso e lavagna sottobraccio, ha indicato la via: giochiamo e divertiamoci, la sintesi del suo calcio-pensiero. Facile a dirsi, più complicato proporlo sul campo. Per riuscirci, ha spiegato Luis Enrique, c’è bisogno di lavorare tanto, ma davvero tanto in allenamento.Correre e correre bene, la sua filosofia. E poi: occupazione continua degli spazi, palla a terra, vietati i lanci lunghi, fraseggio costante con la palla a terra, fase offensiva a fisarmonica, fase difensiva a fisarmonica. ù

Traduzione: partecipazione corale, totale al gioco in entrambi le fasi. L’asturiano ha passato la prima giornata di allenamento (37 gradi al mattino, qualcosina di meno nel pomeriggio) a spiegare, anche in italiano, le modalità del lavoro, talvolta personalizzando le informazioni a questo o quello. Un autentico trascinatore, che ha contagiato con la sua grinta tutti i componenti del suo staff. Soprattutto Ivan De la Peña, traduttore dallo spagnolo all’italiano quando c’era bisogno di spiegare questo o quel movimento con maggiore precisione.

A proposito: Luis Enrique vuole che in campo si parli solo italiano, ma pur avendolo un po’ studiato talvolta deve ancora ricorrere alla lingua madre.

Una curiosità: i portieri hanno svolto gli stessi esercizi, tipo controllo e circolazione del pallone, dei colleghi degli altri reparti. Un’ora e un quarto al mattino e altrettanto nel pomeriggio: lavoro quasi sempre con il pallone, possesso ad altissima intensità, partitine su campo ridotto, ricerca delle posizioni e tante corse. Luis Enrique quasi sempre ha sgambato insieme con i suoi giocatori e in alcune circostanze ha approfittato della situazione per approfondire la conoscenza e per spiegarsi. Un’altra curiosità: durante il pranzo, il tecnico spagnolo si è sistemato in un tavolo con tutto lo staff tecnico mentre la squadra non è stata divisa in tanti tavoli come in passato ma in un’unica tavolata.

Per (ri)compattare il gruppo, è stato confidato. Oggi si ricomincia, in campo e anche fuori: Luis Enrique sarà al fianco di Tom DiBenedetto (e del presidente Roberto Cappelli) nella doppia conferenza-stampa delle ore 12,30 sotto il gigantesco tendone bianco allestito all’interno di Trigoria. L’occasione per farsi conoscere meglio e anche per ammirare le nuove maglie della Roma.