IL ROMANISTA (D. GALLI) - Uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe. E un amore tramandato dal padre alle figlie. Un amore: la Roma. Domani, i Sensi le diranno addio. Ancora ventiquattro ore e calerà il sipario. La famiglia che ha guidato la Roma per 18 anni si dimetterà in blocco dal Consiglio di amministrazione della società giallorossa.
Verrà dopo il primo luglio, anche se va ancora definita la carica che assumerà. Potrebbe fare lamministratore delegato, ma per Fenucci non contano le stellette. I gradi. Per questo manager nato a Roma, ma cresciuto professionalmente in Salento, sono più importanti i fatti. Ai fini della cooptazione, comunque, non importa la presenza fisica. È un atto giuridico. Fino a ieri, le fonti vicine al consorzio americano non erano state informate sullingresso di DiBenedetto. Questo non toglie che la banca possa aver deciso di accelerare il passaggio di consegne, informando nella giornata di oggi chi da mesi sta lavorando per DiBenedetto, Pallotta, Ruane e DAmore. Durante il Cda di domani dovrebbe essere anche indetta lassemblea dei soci. Sarà questultima ad eleggere DiBenedetto presidente. Per legge, devono passare però almeno 30 giorni. Quindi, lelezione non sarà possibile prima di fine luglio. Per quel giorno, la cessione della Roma sarà stata completata. Le firme al contratto definitivo dovrebbero essere apposte entro la metà del prossimo mese. Lamministratore delegato della banca, Federico Ghizzoni, ha annunciato di volercela fare addirittura per il 4 luglio. Secondo qualcuno, è stato un po troppo ottimista. I legali stanno lavorando da giorni attorno alle condizioni, le clausole, del finanziamento da 40 milioni, concesso qualche giorno fa dalla banca alla nuova holding che controllerà AS Roma Spa. Sono pagine e pagine di materiale. In ogni caso lobiettivo comune, di Unicredit come del consorzio americano, è di mettere la parola fine alla trattativa prima che la squadra parta per il ritiro di Riscone. DiBenedetto attende di entrare dentro Trigoria. Di farlo da presidente. Ormai ci siamo.