IL MESSAGGERO (U. TRANI) - E il giorno della resa dei conti in Casa Roma. Ma, per guardare con un po di ottimismo al futuro, anche il momento della svolta. Perché lultimatum di Walter Sabatini di sabato sera dovrebbe sortire leffetto desiderato. Stamattina è previsto un incontro tra i legali del gruppo DiBendetto
Cè chi scopre solo adesso che i tempi del passaggio di consegne tra la famiglia Sensi e i bostoniani si allungano. Si sa da un pezzo, ma forse nessuno aveva il coraggio di dirlo: anche mediaticamente la notizia era meglio soffocarla, per evitare altra dispersione di entusiasmo in una piazza già abbondantemente depressa. Fine giugno, si diceva. Addirittura inizio luglio, avvertono genericamente ormai da qualche giorno più fonti che si stanno occupando del closing della trattativa. Niente di strano, solo che ora si dice apertamente anche in tv. Si potrebbe anche andare oltre, ma cambia poco o niente. Perché la richiesta di Sabatini di diventare operativo entro oggi alle ore 12 non è affatto legata al ritardo della chiusura. Il suo è stato un messaggio alla tifoseria, di chi vuole mettere la faccia, nel bene e nel male, su ogni scelta: allenatore, giocatori e collaboratori.
«O io o Montali» ha fatto sapere il diesse della nuova Roma nellultimo weekend. Cè chi svicola sullargomento, chi fa finta di niente e chi minimizza. Ma il nodo è lì, nella presenza dellex Ottimizzatore, promosso lo scorso inverno da UniCredit e uscito di scena nel lunghissimo, per lui, weekend londinese. Le due figure non sono compatibili. Idee diverse e finiamola qui. Sabatini non vuole lavorare con lattuale direttore operativo, nominato dalla banca il 22 febbraio scorso e con un contratto 1 + 1 (un anno, più unopzione o qualcosa di più), con ingaggio da 750 mila euro netti. Nel vertice di oggi gli avvocati dovranno partire proprio da Gian Paolo Montali. Per riconquistare Sabatini, dovranno cancellarlo dallorganigramma, anche a costo di dovergli pagare a vuoto almeno un anno di stipendio. Una grana non da poco, ma il problema esiste e la riunione fissata per questa mattina deve servire per trovare una soluzione.
Anche Franco Baldini, non potendo arrivare a Trigoria prima di ottobre, si è mosso per dar forza al ruolo di Sabatini. Senza mai affrontare Montali, invitato a Wembley dalla Banca, ne ha parlato a Londra con gli uomini di UniCredit e lo ha detto chiaramente al telefono anche agli avvocati dello studio Tonucci chiamati a sistemare in fretta la questione. In sintesi ha spiegato che nel nuovo organigramma societario non cè posto per il direttore operativo. Mai preso in considerazione dalla nuova proprietà. Dopo la gara per Euro 2012 contro la Svizzera, Baldini andrà lunedì e martedì della prossima settimana in Ucraina e Polonia per scegliere i ritiri della nazionale inglese e dopo si sposterà in Italia per definire i compiti di chi lavorerà per la nuova Roma.
In stand by ci sono ancora Angelo Peruzzi, vice di Ciro Ferrara, e Claudio Fenucci, amministratore delegato del Lecce.
Il general manager dellInghilterra si presenterà come se fosse il presidente, in attesa dellinsediamento di DiBenedetto. Intanto, però, Sabatini si augura di avere in giornata il via libera come diesse (è daccordo per un annuale, ma ancora non ha nemmeno messo nero su bianco), anche perché Pradè è stato tranquillizzato a Londra proprio da Baldini. E ha anche la deroga per la firma. Perché non cè più tempo da perdere. La Roma in questa settimana deve scegliere lallenatore: martedì la nuova missione a Barcellona, dopo quella segreta di giovedì scorso, per Luis Enrique, il candidato numero uno. Il giorno dopo, se ne avrà bisogno, si sposterà in Francia per incontrare Didier Deschamps. Oltre che al nuovo tecnico, Sabatini dovrà parlare anche con i giocatori che vogliono andarsene (o con i loro procuratori), a cominciare da Menez, con De Rossi per proporgli il rinnovo e presentarsi alla nuova piazza. E spiegare alla gente che Roma sarà.