Roma, irrompe Luis Enrique

26/05/2011 alle 09:59.

CORSPORT (P. TORRI)- Questione allenatore Roma. Proviamo a fa­re una sintesi, nella convinzione che l’ufficialità ci sa­rà entro i prossimi quattro-cinque giorni: Guardiola rimane al Barcellona; Villas Boas al Porto; Ancelotti oggi non è l’allenatore giusto per la Roma, così come la Roma non è la squadra giusta per lui; Wenger non pare intenzionato a lasciare l’Arsenal; Pioli è una sug­gestione che non ha aperto neppure una piccola breccia nell’ambiente, le sue quotazioni sono in deciso calo; Emery ha appena rinnovato con il Va­lencia; Domingos si è sistemato sulla panchina dello Sporting Lisbona; Ru­di Garcia non vuole lasciare quella del Lilla.

Ci sarebbe Vincenzo Montella il cui nome non è ancora da cancellare dal­la lista dei pretendenti. Chi rimane, allora? Un ballottaggio, un po’ come, in questo periodo di elezioni di sinda­ci, a Milano e . I nomi sono quelli di Luis Enri­que e Didier Descahmps.

LO SPAGNOLO -Sì, è lui, il giocatore che ai mondiali americani prese quella vergognosa gomitata da Mau­ro Tassotti. Da tre anni è il tecnico del B, seconda divisione spagnola (lo scorso anno ha centra­to la promozione dalla C, in questa stagione è al quar­to posto), è grandissimo amico di Pep Guardiola che, non è un mistero più per nessuno, è stato il primo al­lenatore contattato dalla nuova Roma, pur nella con­sapevolezza che portarlo via dal paradiso Barca sa­rebbe stata impresa proibitiva. E sarebbe stato pro­prio l’ex centrocampista pure di Brescia e Roma, do­po aver declinato (per quest’anno) l’offerta gialloros­sa, a consigliare l’ingaggio di Luis Enrique.

Se uno ci pensa bene, ha quasi tutte le caratteristi­che dell’identikit tracciato dalla nuova dirigenza: è straniero; è giovane, è emergente; è in scadenza di contratto il prossimo trenta giugno, quindi non ci so­no penali da pagare; gioca un calcio propositivo pun­tando sul quattro-tre-tre; lo manda Guardiola. Unica controindicazione, peraltro non secondaria, è che og­gi come oggi gli manca quell’appeal per far sognare. Però domandiamo: quando il scelse Guar­diola, da dove lo prese? Dal Barcello­na B, precedenti esperienze zero, il ri­sultato è stato aver costruito una squadra che è già entrata nella storia del calcio. C’è chi ci garantisce che, nei giorni scorsi, con Luis Enrique ci sia stato già un approfondito contatto. E che le parti si siano piaciute. Parec­chio. E’ probabile che nei prossimi giorni faccia un blitz a per approfondire il di­scorrso con il tecnico spagnolo.

IL FRANCESE -Sulla scheda elettorale, giusto per rimanere in tema elezioni, l’altro nome che troviamo è quello di Didier Deschamps. Il francese ha già avuto un segnale da parte della nuova dirigenza romanista. E al segnale ha risposto con unparliamoneche è l’anticamera della disponibilità al ritorno nel nostro calcio. Il suo curri­culum lo farebbe preferire, una solida esperienza in­ternazionale, una finale di con il Monaco, uno scudetto con il Marsiglia e, pure, una promozio­ne dalla B con la . C’è però un contratto con il suo attuale club in scadenza il trenta giugno del prossimo anno, ostacolo che si può rimuovere pagan­do una penale di tre milioni di euro. Deschamps, per quello che dicono in Francia, avrebbe voglia di la­sciare Marsiglia perché non i suoi programmi non collimano più con quelli della proprietà che pare in­tenzionata a un ridimensionamento. E allora, come ai tempi della , preferirebbe andare via. E laRoma lo stuzzica parecchio.