LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - ACCIACCATELLO, pure Montella, specchio della Roma che si trascina verso la fine di questo tormentato campionato. Non solo il tutore che da settimane gli blocca la spalla lussata, è il viso dellex aeroplanino a tradire stanchezza e preoccupazioni.
Ma non parliamo di me - sorride il tecnico- parliamo della gara di Catania, perché da quella passa il nostro eventuale accesso alla Champions. Va bene il futuro, ma è il presente a interessarmi di più e secondo me, dopo Genova, avrebbero firmato tutti per ritrovarsi a due giornate dalla fine a giocarsi il quarto posto.
E allora tutti concentrati sulla sfida di oggi pomeriggio al Massimino, contro un Catania già salvo, ma non intenzionato a fare da sparring partner a Totti e compagni. Montella fa i conti con un centrocampo stra-arrangiato per le assenze di De Rossi, Perrotta, Brighi e gli acciacchi di Pizarro (Mi sento male, non so se ce la farò, la resa del cileno prima della partenza). Spazio a Simplicio, Greco e Taddei, con un ballottaggio Vucinic Rosi (con Menez e
Caprari in panca). Bene, no? Le uniche certezze passano per la coppia Totti-Borriello. Ci sta che possano giocare insieme, perché so che se anche uno dei due giocasse 10 metri più avanti o più indietro non cambierebbe il risultato generale della partita. E Menez? Ho fatto tutto quello che potevo, mettendolo a suo agio, ci sta che abbia un calo psico-fisico. Se resterà? Questo è lultimo dei miei pensieri. Il concetto è chiaro. Intanto, cè spazio per una replica al vetriolo a Reja, che ha auspicato impegno da parte del Catania. Non me laspettavo proprio
non intendo sprecare le mie energie, preferisco concentrarmi nel chiedere massimo impegno ai miei giocatori. E poi la storia del calcio recente la conosciamo tutti
, il riferimento, neanche troppo velato, a Lazio- Inter della scorsa stagione.
Ma, mentre Unicredit ha anticipato i 21 milioni necessari per il pagamento degli stipendi arretrati, Montella prova a difendere il suo lavoro in previsione futura. In generale si punta poco sui giovani. Io non sono troppo
amico dei giocatori: da quando sono arrivato nessuno di loro mi ha mai chiesto nulla, tutte le scelte le ho fatte
io. Si può parlare di tutto, ma la realtà è unaltra. Protegge la sua panchina, Vincenzo, con Baldini che spera, però, di poter portare nella capitale un nome a sorpresa, ancora non uscito da nessuna parte.




