CORSPORT (S. CHIOFFI)- La Roma lavora per portare Erik Lamela in Italia: il direttore sportivo Walter Sabatini è stato a Buenos Aires per incontrare i dirigenti del River Plate. Il club di Thomas DiBenedetto è in prima fila. Lamela è il nuovo tesoro del calcio argentino: rappresenta la migliore risposta al brasiliano Neymar, attaccante del Santos e della Seleçao. Lanno di nascita è lo stesso: il 1992. In Sudamerica sono loro a guidare lultima generazione di talenti. Se Neymar ha ricevuto gli elogi di Pelè, Lamela è già entrato nelle grazie di Maradona. La Roma ha guadagnato una posizione di vantaggio su Lamela, trequartista, un sinistro divino.
La Roma ha guadagnato una posizione di vantaggio su Lamela, trequartista, un sinistro divino. Ieri sera Erik ha regalato spettacolo nellamichevole tra lArgentina e il Paraguay, prendendo una traversa allinizio del secondo tempo - con un colpo di fionda da venti metri. Un debutto accompagnato da una vittoria per 4-2. Il ct Sergio Batista gli ha riservato uninvestitura speciale, parlando con il quotidiano Olè: «Erik ha un grande potenziale e secondo me potrebbe essere molto utile alla Seleccion, può giocare in un ruolo alla Messi».
Lamela ha catturato da diverso tempo lattenzione dei club europei più prestigiosi: il Barcellona provò a strapparlo al River Plate addirittura nel 2004, quando Erik aveva dodici anni e mezzo. Lo aveva notato durante un torneo in Galizia. Lamela gioca alle spalle degli attaccanti, oppure sulla fascia sinistra in un 4-2-3-1. E in grado di spostare gli equilibri di una partita con le sue accelerazioni improvvise, con i suoi cambi di direzione, con le sue finte.
Salta luomo e inventa, ha velocità di gambe e di pensiero: somiglia a Javier Pastore, arrivato a Palermo nel 2009 dallHuracan proprio grazie una brillante intuizione di Sabatini, che lo pagò quattro milioni e settecentomila euro. Ora, come ricorda Zamparini, Pastore ne vale cinquanta.
LA STORIA: Dal Pedro Lozano al River: a scoprirlo è stato Astrada.
Erik Lamela ha cominciato a giocare nella scuola- calcio del Pedro Lozano di Villa Devoto, uno dei quarantotto quartieri di Buenos Aires. E stato scoperto dal River Plate alletà di sette anni, ma prima di essere tesserato dal club argentino più titolato (33 scudetti) ha indossato anche le maglie di altre società giovanili: il Crystale, il Santa Rita, lEstrella Maldonado, la Juventud Devoto, il Boulogne, il Savio 80 e il Punto de Encuentro.
Le origini - E nato il 4 marzo del 1992 a Carapachay, nella provincia di Buenos Aires. I suoi genitori si chiamano Josè e Miriam. Ha due fratelli: il più grande, Brian, ha 23 anni; il più piccolo, Axel, ne ha 15. Il papà è soprannominato El Panadero, il panettiere: gestisce un forno che in passato era stato fondato da Manuel Lamela, il nonno del talento entrato nei piani della Roma di Thomas DiBenedetto. Leonardo Astrada è stato uno dei tecnici più importanti nella sua crescita: ha seguito Lamela dal 2004 al 2005, è stato lui a impostarlo da trequartista. Astrada è un ex centrocampista con oltre 300 presenze nel River Plate: ora ha 40 anni e allena il Cerro Porteño, in Paraguay.
Blindato - Lamela è diventato il grande tesoro del club di Buenos Aires anche grazie allintuito di Oscar Videla Arias, che in passato aveva presieduto la Comision de futbeol Infantil del River: era il responsabile del vivaio dei Millonarios. Videla Arias blindò nel 2004 il cartellino di Lamela, corteggiato con insistenza già in quel periodo da diversi club stranieri, a cominciare dal Barcellona. Fu lui a opporsi alla partenza di Erik, dopo una lunga opera di mediazione con i genitori del ragazzo.
LE CARATTERISTICHE: Per ruolo e rapidità somiglia a Pastore Ma Erik è mancino
Ricorda Pastore: una somiglianza che nasce dal ruolo, dalla padronanza tecnica, dalla rapidità di gambe, dalla facilità di sfuggire ai difensori in progressione, dalla struttura muscolare ancora in fase di sviluppo. Lamela viene accostato spesso al gioiello del Palermo. Due le differenze: il numero dieci del River Plate è mancino e ha quasi tre anni in meno rispetto a Pastore. Lamela ha compiuto diciannove anni il 4 marzo, il fenomeno scoperto da Zamparini si prepara a festeggiarne ventidue il prossimo 20 giugno.
Movimenti- Lamela è alto un metro e 83 per un peso-forma di 70 chili. E geniale, ma non scivola nellegoismo e nellanarchia: ha imparato con maturità a lavorare in funzione della squadra. Regala il colpo a effetto, però non eccede: può muoversi da trequartista puro in centrocampo a rombo, così come riesce a partire largo sulla fascia sinistra in un 4-4-2 oppure in un 4-2-3-1. Non soffre le marcature ruvide, accelera e si accentra per arrivare al tiro o per servire il centravanti in profondità. Può agire anche da seconda punta.
Numeri- Con le sue magie si è fatto subito amare dai tifosi del Monumental, lo stadio del River Plate. Lamela protegge bene il pallone, ha forza e resistenza. Con il sinistro inventa numeri da circo, ma anche con il piede destro è in grado di accendere la fantasia del pubblico. Colpisce per la capacità di disimpegnarsi nelle situazioni più complicate, quando i tecnici avversari cercano di limitarlo attraverso il pressing e i raddoppi di marcatura. E veloce, furbo, con i suoi cambi di direzione diventa imprevedibile e colora la manovra. I difetti? Quelli tipici della sua età: qualche calo di tensione. Ma il temperamento non gli manca.
IL RETROSCENA: A 12 anni lo voleva il Barça: così il River convinse i genitori...
Il Barcellona aveva provato ad acquistare Erik Lamela nel 2004, quando il bambino doro del River Plate aveva dodici anni e mezzo. I dirigenti della società catalana lo scoprirono durante il Torneo Arousa in Galizia. Era il mese di ottobre: Lamela trascinò al successo il River Plate nella finale vinta per 5-1 contro il Valencia e fu eletto miglior talento della manifestazione. Lidea del Barça era quella di ripetere con Lamela lo stesso percorso seguito con Messi: acquistarlo giovanissimo e farlo crescere sotto la guida degli istruttori blaugrana.
Famiglia- Il Barcellona, allepoca, contattò Josè e Miriam, i genitori di Lamela. Lofferta fu importante: centomila euro lanno alla famiglia di Erik, oltre a un posto di lavoro per il papà e la mamma. Unoperazione che avrebbe avuto anche la regia di uno sponsor di primissima fascia nellabbigliamento sportivo. Fu decisivo lintervento di Oscar Videla Arias, responsabile amministrativo delle squadre giovanili del River Plate. Così come si rivelò determinante la trattativa condotta da Josè Maria Aguilar, che in quel periodo era il presidente della società di Buenos Aires. Per convincere Josè e Miriam a rifiutare la proposta del Barcellona fu concordato che, in caso di una cessione futura del trequartista, la famiglia Lamela avrebbe ottenuto il 20% dei soldi incassati oltre a una borsa di studio per i due fratelli di Erik.
Come Messi- Un retroscena che avvicina la storia di Lamela a quella di Lionel Messi, portato in Spagna proprio alletà di dodici anni da Carles Rexach, direttore sportivo del Barcellona, dopo averlo visto giocare con il Newells Old Boys. Un provino di sedici giorni e la firma sul contratto: era il 1999. Ora Messi è il primo ambasciatore del calcio.
LA SCALATA: Gorosito lo lancia col Tigre, poi arriva il gol con il Colon
A spalancargli le porte del professionismo è stato lallenatore Nestor Gorosito. Era il 13 giugno del 2009: River Plate-Tigre (3-1) nel Torneo di Clausura. Lamela aveva diciassette anni e tre mesi: entrò in campo a dieci minuti dalla fine al posto della mezzala uruguaiana Robert Flores, che ora gioca nella squadra B del Villarreal. In quel River Plate cera anche il centravanti Radamel Falcao, classe 1986, colombiano, che ha appena vinto lEuropa League con il Porto di Villas Boas, realizzando diciotto gol in sedici partite, considerando anche il preliminare estivo con il Genk. Sempre con Gorosito in panchina, nel Torneo di Apertura, Lamela ha fatto la sua seconda apparizione nel River Plate: 0-1 con lArsenal di Sarandì. Altri tredici minuti in sostituzione di Daniel Villalva, cresciuto nel vivaio dei Millonarios con Erik.
LA SELECCION - Molto stimato dal presidente Daniel Passarella e convocato in nazionale dal ct Sergio Batista per lamichevole di ieri sera con il Paraguay, Lamela ha proseguito la sua scalata nel River Plate anche dopo larrivo del tecnico Angel Cappa. Tredici le presenze nel Torneo di Apertura. La prima partita da titolare lha disputata il 27 settembre del 2010 contro il Quilmes (1-1, rete di Pavone per il River e pareggio di Caneo).
I GOL - Due i gol nellApertura: pallonetto morbido di destro contro il Colon (2-1), con il portiere Diego Pozo in uscita, fra gli applausi di Cappa; cross dal fondo di Roberto Pereyra e deviazione di esterno sinistro nellarea piccola contro il Lanus (4-1), in un River Plate che nel frattempo aveva assunto come tecnico Juan Josè Lopez. Emozioni e spettacolo anche nel Clausura: tredici gare e un gol, con un elegante tocco di sinistro, contro lHuracan.