IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - «Io con la Roma voglio vincere. Io questa Coppa la voglio». Parole, e propositi, di Nicolas Burdisso. Il difensore argentino in questi giorni non ha pensato praticamente ad altro: o scudetto sfumato sul filo di lana lo scorso anno gli brucia ancora, adesso spera, con tutto se stesso, che la Coppa Italia possa essere il suo primo trofeo con la maglia della Roma. «Ce lo meriteremmo», ha confidato il Bandito in questi giorni a chi ha avuto modo di parlarci. La moglie, vista limportanza della partita, stamattina partirà destinazione Milano per tifare per Nicolas e la Roma. Burdisso, uno degli ex di questa partita, sa più di tutti quanto sia difficile battere lInter a San Siro. Con Leonardo in panchina, i nerazzurri in casa hanno una tabella di marcia trionfale e, anche per loro, la Coppa Italia è rimasto lunico obiettivo stagionale.
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La moglie, vista limportanza della partita, stamattina partirà destinazione Milano per tifare per Nicolas e la Roma. Burdisso, uno degli ex di questa partita, sa più di tutti quanto sia difficile battere lInter a San Siro. Con Leonardo in panchina, i nerazzurri in casa hanno una tabella di marcia trionfale e, anche per loro, la Coppa Italia è rimasto lunico obiettivo stagionale. Il suo amico Cambiasso glielo ha assicurato: «Faremo di tutto per vincere ». Nicolas, deciso come in campo, ha risposto: «Anche noi». Burdisso, dodici mesi fa, non si aspettava di certo di vivere una stagione così travagliata. Dopo essere tornato allInter per fine prestito, col suo procuratore ha cercato in tutti i modi di agevolare la trattativa per indossare di nuovo la maglia della Roma e alla fine la sua volontà è stata più che decisiva per laccordo tra le due società. «Torno per lo scudetto», erano state le sue parole in estate, convinto comera che la sua squadra attuale sarebbe stata in grado di scucire il tricolore dalle maglie di quella che, invece, era stata la formazione che lo aveva portato in Italia. A Milano, ormai è storia nota, era considerato da Mancini prima e Mourinho poi un uomo-spogliatoio, ma in campo difficilmente gli veniva concessa fiducia. Quando giocava, al centro o a destra, era solo perché qualche compagno era infortunato o squalificato. Ecco perché il suo rendimento non riusciva mai ad essere allaltezza delle aspettative, tanto da relegarlo addirittura più spesso in tribuna che in panchina.
Poi, la chiamata della Roma ad agosto, 2009, ha cambiato per sempre la sua carriera. E diventato titolare, ha conquistato tutti per la serietà in campo e leleganza con cui si rapporta con ogni persona che incontra, è riuscito a convincere Maradona a convocarlo per il Mondiale sudafricano, che ha disputato da protagonista. Quando è tornato a Trigoria, come detto, il suo pensiero era uno solo: vincere con la Roma. In campionato e in Europa non cè riuscito (e anche questa è storia nota) adesso gli è rimasta la Coppa Italia. Per arrivare in finale bisogna vincere stasera. Lultima volta che la Roma, qui e contro di loro, lha fatto segnò De Rossi su rigore. Il fallo fu commesso, su Totti, proprio da lui. Daniele e Nicolas, uno accanto allaltro. Proprio come quando salgono sul treno che li porterà a Milano. E proprio come sperano di essere nella finale dellOlimpico.




