GASPORT (G. GREISON) - Niccolò Ammaniti non è un tipo che si concede così facilmente. Non con i giornalisti. «Sono molto impegnato» . Ma, dopo tanti rinvii, qualcosa è possibile fargli raccontare. «Però, ecco, dipende dalle domande...»
Dunque, giocava a calcio ed è tifoso della Roma. Ruolo? Cosa pensa della Roma attuale? «Sognavo di essere Tancredi, il mio primo idolo. Il ruolo era quello del portiere: ho sempre pensato che fosse la posizione più romantica in campo. Non è il ruolo delle pippe, ma di quelli che capiscono meglio il gioco. Molto solitari, tipo il generale sulla collina. Il campionato, no, non lho seguito con trasporto. Se vinceva, ero contento. Se perdeva, mi disinteressavo. Ma, ecco, da sempre, credo solo in alcuni giocatori» . Qual è il calciatore della Roma attuale più letterario? «Senza dubbio: Totti, anche per le cose che ha fatto in questa stagione. È come il protagonista del libro di Dino Buzzati, il deserto dei tartari. La Roma è la sua fortezza, e lui la cura e protegge con dedizione. È sempre lì, fedele, forte, pronto, e completo. Centellinando i movimenti e le parole: aspetta il nemico. E lo fa fuori» . Cosa fa in questi giorni? «Ozio, mi riposo. Tra la scrittura di un libro e un altro, faccio questo. Guardo, passeggio per la città, ascolto la gente parlare. Penso. Ma sto anche molte ore sul divano. Sono molto impegnato, glielho detto...» .