REPUBBLICA (L. PANELLA) - Per la Roma la settimana 'americanà finisce male. Il futuro patron, Tom DiBenedetto, se proprio dobbiamo trovare la metà piena del bicchiere, potrà essere soddisfatto di una buona mezz'ora iniziale. Per il resto, notte fonda: la Juventus conferma la tradizione recente nell'Olimpico giallorosso (6 vittorie ed un pari), passando 0-2 con una prova di insospettabile personalità visto l'andazzo stagionale. Tre punti guadagnati che aumentano sicuramente il livello di autostima della squadra di Delneri, ma per il resto servono a poco. Tre punti persi che compromettono in maniera probabilmente irrimediabile il futuro della Roma in chiave quarto posto: l'Udinese, prossima avversaria nello scontro diretto, resta davanti 6 punti, la Lazio 4.
ROMA A TRAZIONE 'LATERALE' - Classica gara nella quale la X non interessa a nessuno. Montella, stimolato dai ko di Lazio e Udinese, la gioca con lo schieramento più spregiudicato della sua gestione: Menez e Vucinic esterni in trequarti, Perrotta incursore costante e Totti punta di riferimento. Evidente il disegno del tecnico. Creare l'uno contro uno contro gli esterni bianconeri, Motta (poi infortunato, dentro Grygera) e Grosso, per andare in superiorità numerica: impresa che fallirà, vista l'ottima prova dei tre. Delneri idea un tridente mascherato: Matri attaccante, Pepe sempre sugli esterni e Krasic libero si svariare.
STORARI SARACINESCA - Una soluzione che permette ai bianconeri di occupare bene il campo, proponendo azioni di rimessa interessanti. Doni la parata più difficile la deve compiere a fil di sirena su un destro ravvicinato - neanche irresistibile - di Matri, mentre su un diagonale insidioso di Pepe e sul un colpo di testa di Grosso fa da spettatore apprensivo. Decisamente incisiva la Roma, lo dice il dato che vede Storari migliore in campo nei primi 45'. Il portiere e bravissimo su conclusioni di Vucinic, Totti e De Rossi, fortunato quando il capitano sbaglia un controllo ravvicinato che probabilmente non gli avrebbe dato scampo. Curioso il destino di Storari, romano e romanista: lo scorso anno fece il fenomeno con la Samp togliendo lo scudetto ai giallorossi, stavolta si limita a metterne a forte rischio l'Europa che conta.
IL CONTROPIEDE DELLA JUVE - Nella ripresa, il momento più negativo della Roma è l'uscita di Mexes (dentro Cassetti). Il reparto difensivo ne risente, e gli affondi della Juve fanno male. Il vantaggio firmato da Krasic, che al volo di destro finalizza un preciso cross di Grosso, rompe la gara. La Roma, aggiustata in corsa da Montella con gli ingressi di Borriello e Taddei (fuori Vucinic e Perrotta), propone una manovra di colpo affannosa, sfiorando il pari seriamente solo con un destro di Menez che stampa la palla sull'incrocio dei pali. Molto meglio la Juve quando si distende in verticale: Doni salva su Krasic e Pepe, nulla può però quando Matri gli si presenta davanti in beata solitudine chiudendo con molta freddezza.