Montella chiede la laurea alla Juve

01/04/2011 alle 11:05.

LEGGO (F. BALZANI) - Domenica sera c’è la Juventus. Chissà quante volte se lo sarà ripetuto Vincenzo Montella. Chissà quante volte l’avrà ripetuto alla squadra. Chissà quante volte avrà benedetto i venti chilometri che separano Trigoria da Roma, da una città in preda alla DiBenedetto-mania.


LEGGO (F. BALZANI) - 
Domenica sera c’è la . Chissà quante volte se lo sarà ripetuto Vincenzo Montella.

Chissà quante volte l’avrà ripetuto alla squadra. Chissà quante volte avrà benedetto i venti chilometri che separano Trigoria da Roma, da una à in preda alla DiBenedetto-mania. Dopo mesi ecco spuntare l’uomo dei sogni: ma è la vigilia di un match che vale la per la Roma e, dunque, che vale qualcosa d’importante anche per un tecnico che ha appena posato il biberon e chiede l’iscrizione all’università del calcio. E’ addirittura banale dire che contro la domenica sera Montella si gioca molto. DiBenedetto ha grande considerazione di Vincenzino, ma vorrebbe anche partire con il botto. Si parla di . Montella lo sa.

E ha accettato l’ennesima sfida di una vita abituata alle sfide. La peraltro rievoca ricordi dolci, anzi dolcissimi all’Aeroplanino che nel 2001 al Delle Alpi consegnò di fatto lo scudetto alla Roma con un gol indimenticabile. Altri tempi, altri ruoli, altri traguardi. Però avrà anche pensato che in panchina troverà un uomo che ha avuto, anche se per un breve e tormentato periodo, come allenatore alla Roma, Gigi Del Neri. ma, soprattutto, avrà pensato che in campo non ci saranno Martinez, Del Piero e Chiellini. E allora ecco altri conti. la scelta della formazione titolare parte dalla considerazione di avere tutti i titolari a disposizione (ad eccezione di Cassetti destinato alla panchina). Fiducia, dunque. Trasmessa anche dal Montali: «Con la ci aspetta una prova di grande maturità e sono sicuro che non sbaglieremo atteggiamento. Mi fido del mio staff». Montella si fida meno di una partita che la Roma non vince dal 2004. Sulla panchina giallorossa sedeva Fabio Capello, mostrava le 4 dita a Tudor (emblema del poker rifilato a Buffon) mentre Montella, infortunato, non era nemmeno in panchina: quella che ora accarezza come fosse la lampada dei sogni di Aladino.