IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Una notte di aprile, Storari in porta che para tutto, Delneri in panchina, Marotta in tribuna: lincubo si ripete. Un anno fa fu il 25 aprile a rovinare la stagione romanista, adesso il 3. E anche se non ci sono le stesse lacrime di 12 mesi fa , i due gol presi ieri sera dalla Juventus fanno male lo stesso. Perché la partita contro i bianconeri è sempre speciale, perché dopo i napoletani anche ai tifosi juventini è stato concesso di festeggiare a casa nostra e perché, soprattutto, sembra segnare laddio, quasi definitivo, ai sogni di Champions.
La Juve riparte, Pepe sfiora lincrocio, lo stadio è una bolgia con la Sud che incita la Roma e riserva cori non proprio amichevoli a Storari (che sostituisce Buffon influenzato) la cui prestazione del 25 aprile 2010 (giorno del maledetto Roma-Sampdoria) non è stata dimenticata. La musica non cambia: grande azione di Vucinic che trova un buco allinterno della difesa juventina e calcia a botta sicura, ma il portiere bianconero si fa trovare pronto. Pochi minuti dopo occasionissima per la Roma: De Rossi, con un tocco morbido, lancia Totti che scatta in posizione regolare. Il Capitano, forse convinto di essere in fuorigioco, stoppa male il pallone tutto solo davanti a Storari e si dispera, così come i romanisti sugli spalti. Pizarro ha in mano le chiavi del centrocampo romanista, apre spesso per Menez che però non riesce a incidere, salvo poi essere fermato con un fallo da ammonizione da Grosso. In quel momento i compagni lo incitano, segno che si attendono un suo guizzo per sbloccare la partita. La Juve si fa rivedere dalle parti di Doni al 27, ma Juan è bravo ad anticipare in scivolata Matri. Passano 3 e lurlo dellOlimpico rimane strozzato in gola: Menez riparte in contropiede, apre per Vucinic che crossa per Totti, il cui destro al volo viene toccato da Storari quel tanto che basta per impedire a Bonucci di spazzare prima che il pallone oltrepassi la linea. Poco dopo brivido per Doni, che vede Grosso anticipare Juan di testa e mandare di poco alto sopra la traversa. Al 40 splendido tiro a giro di Vucinic dal vertice dellarea, il pallone sfila fuori di un soffio. Storari decide ancora di prendersi la scena (e i fischi dellOlimpico) quando dice no a De Rossi dal limite dellarea. Sulla successiva azione della Juve Doni blocca Matri e così termina il primo tempo. Nella ripresa le squadre tornano in campo con lo stesso schieramento, ma dopo 4 Montella è costretto a togliere Mexes colpito duro a fine primo tempo inserendo Cassetti, con Burdisso dirottato al centro. Al 15 la Roma si addormenta: Grosso crossa, Krasic, completamente solo in area, colpisce al volo di destro e batte Doni e, per non farsi mancare niente, esulta anche col dito in bocca. In tribuna Andrea Agnelli ride, il volto di Rosella Sensi è una maschera. La Sud riprende subito a cantare, la Roma si butta in avanti ma con confusione e rischia pure il gol del 2-0, evitato grazie a Doni bravo a bloccare, ancora una volta, Matri e Pepe.
La Roma è anche sfortunata: Totti lancia Menez, il cui destro, da posizione defilata, colpisce lincrocio dei pali. Un minuto e ancora Doni a dice di no a Krasic. Montella cambia: fuori Vucinic (fischiatissimo) e Perrotta, dentro Borriello e Taddei. La mossa non serve a nulla, visto che Matri scatta in posizione regolare tenuto in gioco da Juan e solo davanti a Doni non sbaglia. La Roma va in bambola, non la sua Curva che trova, ancora una volta, la forza per cantare Noi non ti lasceremo mai. E il 28, manca più di un quarto dora più recupero, in cui praticamente non succede nulla. La partita finisce lì, il campionato della Roma, a meno di miracoli che passano necessariamente per i tre punti al Friuli, pure.