Il gruppo ha eletto Montella

11/04/2011 alle 11:13.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - È uno concreto, Vincenzo Montella: lo era da giocatore - entrava e segnava - lo è adesso che fa l’allenatore e che, pur amando un gioco d’attacco con tre punte fisse, per dare equilibrio alla squadra spesso ne sacrifica una. Per questo, l’unica cosa a cui pensa da quando siede sulla panchina della Roma, è sempre la stessa: punti, punti, punti. Farne più possibile, portare la squadra a conquistare il quarto posto per giocare la Champions del prossimo anno e, magari, conquistare la decima Coppa Italia della storia romanista.

Ha parlato chiaro a tutti: dai portieri, comunicando subito chi sarebbe stato il titolare e perché, ai centrocampisti («Pizarro mi servi immediatamente») agli attaccanti. Con loro, in particolare, il dialogo è costante: con basta uno sguardo, con Borriello serve qualche parola in più considerato che spesso e volentieri l’attaccante è costretto a finire in panchina. Vucinic è per Montella croce e delizia: lo adora, mapretende da lui molto di più di quello messo in mostrafinoadora. Giusto con Menez il rapporto sembra essere più complicato, ma non è escluso che possa succedere quanto accaduto con Ranieri un anno fa: scontro all’inizio, abbracci e massima fiducia dopo, una volta capite l’uno le intenzioni dell’altro.

Potrebbe essere proprio la coesione del gruppo (ma quanto ha esultato Loria al secondo gol di a Udine?) una delle chiavi per scegliere l’allenatore che guiderà la Roma nei prossimi anni. I nomi sono tanti e quasi tutti di livello ed esperienza internazionale e su quest’ultimo parametro Montella sa di non poter competere. Però sa di avere dalla sua l’entusiasmo, la passione e anche una professionalità non comune per un giovane allenatore di 37 anni. Un allenatore che tende sempre a restare impassibile, ma che al Friuli si è lasciato andare a tanti di quegli abbracci che pare difficile pensare che la sua avventura alla Roma sia destinata a finire tra un mese.

Il compromesso, che poi è quello paventato da lui stesso qualche giorno fa, potrebbe essere quello di restare comunque, magari come secondo di un tecnico di primissimo livello( tradotto, farebbe il vice di Guardiola o , non certo di Gasperini, con tutto il rispetto) per imparare i segreti del mestiere e tornare, tra un paio d’anni, a guidareinprimapersonalasquadra. Una squadra che è tutta dalla sua parte. Impensabile, fino a qualche settimana fa.