IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - E arrivato a Miami, dopo essere partito da Fiumicino ieri mattina presto, e ha subito voluto vedere la partita. Niente fuso orario, niente stanchezza, niente riposo domenicale: cera la Roma in tv e lappuntamento era di quelli che contano. Si è seduto sul suo divano con poche e fidate persone, ha apprezzato il primo tempo della Roma, non ha gradito, come tutti del resto, i secondi quarantacinque minuti. Ma lo sguardo di Thomas DiBenedetto, presidente in pectore della Roma, non si ferma ai gol di Krasic e Matri.
La nuova Roma americana (ieri allo stadio cerano bandiere made in Usa con il lupetto stampato sopra e cappelli a stelle e strisce) deve per forza ripartire dallEuropa più importante: per il prestigio, ma anche per un puro e semplice motivo economico. Senza i soldi della Champions anche il mercato sarà ridimensionato o, quantomeno, sarà più complicato portare a Trigoria quei campioni necessari a fare il definitivo salto di qualità. Meglio, per ora, non pensarci. E concentrarsi sui giocatori di adesso, da cui la Roma pretende il massimo e da cui bisogna per forza di cose ripartire. Le parole di DiBenedetto, in questo senso, sono chiarissime: «Ci sono ancora sette partite e fortunatamente i risultati delle altre sono stati favorevoli. Adesso tocca ai giocatori dimostrare il nostro valore». Una responsabilità importante per la squadra, che sabato prossimo, nel fondamentale match di Udine, non può più sbagliare. Battere lUdinese è possibile, lo ha dimostrato ieri il Lecce, non farlo significherebbe andare a meno 9 con possibilità quasi minime di recuperare. La partita del Friuli si giocherà il 9 aprile, la settimana successiva DiBenedetto dovrebbe diventare ufficialmente il presidente della Roma. A Boston lui e i suoi soci firmeranno con Unicredit tutti i contratti e ci sarà lannuncio che, da mesi, tutti aspettano. Poi mister Tom tornerà nella Capitale e incontrerà per la prima volta i giocatori. Ai quali ribadirà il concetto espresso con forza già ieri notte: «La Champions è fondamentale».