CORSPORT (A. VOCALELLI) - La svolta storica del nostro calcio, e non solo della Roma, si è concretizzata - e basta questo per dare la portata dellEvento - dallaltra parte delloceano. A mezzanotte e 57 minuti, ora italiana, con il taglio di una torta giallorossa, per la prima volta un grande club è passato in mani straniere: facevano impressione i resoconti così familiari dei nostri cronisti che raccontavano a una stupita Boston quanto sia forte linteresse, e quanto sia stata grande lattesa, per una novità così importante. Per ora siamo stati noi a portare un po di Italia negli States, adesso toccherà a DiBenedetto e soci trasferire qui il bagaglio, la cultura, il modo di fare e di pensare degli americani. Non cè dubbio che la Roma a stelle e strisce entusiasmi i tifosi giallorossi.
Ma tutti gli altri club, parallelamente, sono alla finestra per capire, per immaginare, cosa potrà accadere. Quali risultati, certo, ma anche quali novità porteranno i nuovi proprietari, quale sarà il modo di fare squadra, di comunicare, di rapportarsi con quella parola - il merchandising - che non a caso bisogna imparare a pronunciare bene. Per anni, decenni, si è detto che il marchio, insieme magari allo stadio, doveva essere il motore per rendere tutto più internazionale, per fare da volano ad un affare, un business, che non dovrebbe conoscere confini.
Vedremo, dunque. Anche se i tifosi della Roma - viene da dire giustamente - si attendono per prima cosa una Roma ancora più competitiva, forte, una « principessa che diventi una regina » , come disse DiBenedetto una quindicina di giorni fa. E come ha ripetuto ieri, con il realismo e la concretezza che gli va riconosciuta. Perché è giusta la curiosità per tutto ciò che riguarda la comunicazione, lappeal, ma tutto poi sarà giudicato in base ai risultati. E agli acquisti, che per la verità sembrano già di primissimo livello. Il riferimento non è ad Ancelotti o a Buffon, a Pastore o a Malouda, che pure rientrano nella lista della spesa. il riferimento è a Baldini e Sabatini, pronti ad entrare nei quadri insieme a Montali. Insomma, i primi nomi sono di assoluta garanzia: il resto dovranno farlo il budget e le idee. Certo è che lavventura della Roma americana si preannucia elettrizzante, anche perché il salto che si aspettano i tifosi è di altissimo livello. La Roma, per essere chiari sino in fondo, non è un club o una squadra che possa accontentarsi di appena un qualcosa in più. La Roma, la Roma che passa a Di Benedetto e soci, è comunque una società che un anno fa, di questi tempi, era in piena lotta per il titolo e che nellultimo decennio oltre a vincere, uno scudetto e qualche Coppa, è arrivata uninfinità di volte al secondo posto. Si tratta insomma di migliorare ancora una squadra che nellultimo lustro ha dovuto fare attenzione massima alle spese (e questo rende il bilancio di Pradè e Conti di altissimo livello) ma che è già una squadra competitiva e grande.
E di questo, nel giorno del passaggio di consegne, i tifosi della Roma non possono che ringraziare la famiglia Sensi. Il tempo - perché per il momento, quella americana, è cronaca - dirà cosa riusciranno a fare i nuovi partner americani. La storia però di Franco Sensi e della sua famiglia resterà indelebile. Il miglior augurio, di cuore, che si possa rivolgere a DiBenedetto è di riuscire fare ancora più. Vorrebbe dire, per davvero, andare incontro ad una Roma da Oscar.