IL GIORNALE (M. DI DIO) - La profezia della vigilia di Edy Reja è rimasta un auspicio e nulla più. Secondo lallenatore della Lazio, era la volta buona per sfatare il tabù derby. Non aveva fatto i conti con Francesco Totti, tornato decisivo nella stracittadina dopo cinque anni e mezzo, e con un avversario che interpreta meglio la partita, visto che i biancocelesti si confermano squadra che manca in carattere e aggressività, quando è chiamata a dare un s
Due espulsioni laziali (gestaccio di Radu e proteste insistenti di Ledesma) in un finale da dimenticare fanno da contorno a un derby, non bello e ancora deciso dagli episodi, sempre pervaso di quel cronico provincialismo che continua ad essere un limite ai reali sogni di gloria delle due formazioni della Capitale. Intanto Totti festeggia la prima doppietta alla Lazio (ora il capitano giallorosso è a un passo dai 200 gol in A e a 6 da Roberto Baggio), cancellando gli isterismi europei e le conseguenti polemiche. «Un Totti così fa comodoa chiunque», dirà Montella, «planato» subito alla perfezione sulla prima stracittadina da allenatore. «È il derby dei sogni, quello che ho sempre voluto, due gol sotto gli occhi di mia moglie e mio figlio», così Totti. Che ha pronte due dediche speciali: il sottomaglia a Ilary con la scritta «6 sempre unica» («venerdì abbiamo festeggiato nove anni insieme», ricorderà il numero10) e il grazie alla famiglia Sensi, che ieri ha vissuto lultimo derby da proprietaria del club.
«Aver perso i quattro derby precedenti pesava, abbiamo sbagliato atteggiamento, non dovevamo essere così nervosi, anche se cè sempre di mezzo Totti - il messaggio di Reja -. Voglio dire che sullespulsione di Radu era qualche minuto che Totti, autore comunque di unottima partita, perdeva tempo. Eravamo in equilibrio, poi lepisodio della punizione ha cambiato la partita». La sconfitta della Lazio appare giusta, non per Lotito che nella pancia dellOlimpico punta lattenzione sul laser verde, divenuto una costante negli stadi italiani (ricordate il caso dellex juventino Diego a Bari?). «Quel raggio ha disturbato ripetutamente Muslera durante la punizione e poi il rigore di Totti: il nostro portiere è stato accecato - laccusa del presidente della Lazio -. Larbitro lo sapeva, fin dal riscaldamento i nostri giocatori avevano fatto presente il problema. E la cosa è continuata, nonostante lannuncio dello speaker della Roma. In partita Muslera ha poi chiamato Tagliavento per tre volte che però gli ha detto di non averlo sentito, non poteva mica lasciare la porta sguarnita...». Visti i precedenti, la Roma rischia solo una multa. Alla fine sei tifosi laziali arrestati (e conseguente Daspo) per lancio di oggetti e petardi contro le forze dellordine.