Nuova Roma, tutti gli uomini

29/03/2011 alle 11:58.

CORSPORT (P. TORRI) - I ricavi. Il minimo comun denominatore del pro­getto Colosseo, sarà quello di lavorare sui ricavi con l’obiet­tivo di incrementarli attraverso botteghino, merchandising, sfruttamento del marchio e, quando sarà, stadio. Tutto giu­sto, tutto bello, ma chi gestirà questo nuovo corso? Non cre­diamo di offendere nessuno, dicendo che in questi giorni ci sono due correnti di pensiero ovviamente in contrasto tra loro.

Una sostiene l’arrivo di una dirigenza tutta nuova a Trigoria, i nomi che si fanno sono quelli di Franco Baldini come , come direttore sportivo, Claudio (oggi al Lecce) o Rinaldo Sagra­mola (ora al Palermo) come direttore amministrativo. L’al­tra sostiene invece gran parte dell’attuale dirigenza, a co­minciare dal direttore operativo Gian Paolo Montali, uomo molto vicino a Unicredit e che in passato ha già incontrato mister DiBenedetto, per passare al ds Daniele Pradè. Di si­curo ci sarebbe soprattutto la novità del direttore ammi­nistrativo con un altro mana­ger al posto della dottoressa Cristina Mazzoleni da anni al timone di comando dei conti giallorossi.

LE IDEE - Ma al di là dei nomi che scopriremo strada fa­cendo, quello che conterà veramente saranno le idee. La Roma ha bisogno di pro­iettarsi nel futuro. Lo farà, almeno all’inizio, puntando su due voci dei ricavi: botte­ghino e merchandising. E’ un dato di fatto che negli ul­timi anni la società gialloros­sa abbia progressivamente perso abbonati e spettatori. Ba­sti questo dato: a dieci anni di distanza dallo scudetto quan­do la Roma la stagione successiva staccò 47.000 abbona­menti, si è scesi a diciottomila e non si provi a dire che è colpa della tessera del tifoso perché un anno fa gli abbona­ti furono 25.000. Come minimo, insomma, la Roma ha per­so un abbonato su due. Stesso discorso al botteghino. Per recuperare tanta passione dilapidata, sin dalla prossima stagione saranno proposte delle formule alternative per in­vogliare la gente a tornare allo stadio.

MERCHANDISING - Capitolo merchandising. Tra le cose che agli americani piacciono poco nella Roma che ereditano, c’è quella di un contratto con lo sponsor tecnico firmato fi­no al 2017. C’è l’intenzione di rescindere, pagando la pena­le prevista, per affidarsi a un marchio internazionale, in grado di avere punti vendita in tutto il mondo perché se un cinese vuole comprarsi la maglia di deve poterlo fa­re a casa sua. O, in alternativa, attraverso il sito che sarà potenziato e nuovamente cambiato.

In prospettiva futura, il business è quello dello stadio. Mister Tom è stato molto chiaro a proposito, tra i suoi obiet­tivi ha quello di un impianto a dimensione calcio, un casa per la Roma e i suoi tifosi. Una casa che dovrà garantire i ricavi per una Roma che «ogni anno dovrà lottare per lo scudetto».