Menez: "Io me ne andrei..."

21/03/2011 alle 10:10.

IL MESSAGGERO - Menez rompe con la Roma e si prepara all’addio come l’amico Mexes. Il talentino francese esce allo scoperto in un’intervista all’Equipe che, non volendo, non fa un favore a Jeremy, pubblicizzando lo sfogo proprio nel giorno del flop del giovane attaccante al Franchi, schierato per la seconda volta



«Dopo l’arrivo del nuovo allenatore gioco meno ma il della nazionale sa di cosa sono capace. Quest’anno ho dimostrato qualcosa e la convocazione per me è una grande boccata di ossigeno» spiega Menez, unico romanista a rimpiangere Ranieri. Con il quale aveva quasi sempre spazio. Con Montella no, è la riserva di Vucinic. E Jeremy non ci sta: «Non lo nascondo, sono sorpreso per la nuova situazione. E non ho gradito, perché ho fatto fatica a comprendere le scelte dell’allenatore, pur accettandole. Resta un mese e mezzo, mi dedicherò a fondo per continuare a lavorare come ho sempre fatto, poi si vedrà». E’ la frase che determina lo strappo con il nuovo tecnico giallorosso e con la Roma. Menez chiarisce ulteriormente: «Non escludo di poter chiudere con questa società a fine stagione. Non sono bloccato da nessuna parte, sono tre anni che sto alla Roma, la gente mi conosce e sa come gioco. Per dirla tutta ho bisogno di sentire fiducia e di sentirmi importante. Se questo dovesse venire meno, non me la sento di escludere nulla. Da quando sono in giallorosso i tifosi sono sempre stati formidabili con me. Ma sono stato deluso da alcune cose e da alcune persone. Eccetto qualcuno, non sono stato aiutato da tutti all’interno del club». Si affida, per essere più chiaro, quasi a una minaccia: «Sono risoluto a far capire che rimpiangeranno questo fatto». «Quando sei in una squadra da tre anni, se succedono certe cose è frustrante. Quest’anno ho occupato varie posizioni: non è stato facile ma mi sono sempre adattato. A Roma anche i tifosi spesso non comprendono perché non gioco» insiste Menez. Che accusa ancora Montella: «Abbiamo avuto l’occasione di parlare solo vagamente. Le sue parole non erano sincere e non corrispondevano alla realtà. Mi ha detto che ci sono cose che non posso fare perché non possiamo giocare con tre punte. All’inizio della stagione ho giocato come trequartista, poi a destra e ho sempre partecipato alla fase difensiva. Avrei preferito maggiore franchezza».