Decollo rimandato

01/03/2011 alle 09:19.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - L’aeroplanino non può ancora volare. Montella riporta la sua Roma nell’ «hangar» dopo il pareggio con il Parma che lo ha stupito fino a un certo punto. Il nuovo tecnico giallorosso non si era illuso di aver risolto tutto con una vittoria a Bologna. Ha capito in pochi giorni di aver ereditato una squadra malata nella testa e nelle gambe, come da lui stesso confermato pubblicamente.

Montella si è messo sotto cercando di salvare il salvabile. Tradotto in risultati: centrare il quarto posto. Insieme al Paolo Bertelli sta modificando gradualmente il lavoro settimanale. I ritmi sono più intensi rispetto a quelli della gestione-Ranieri, ritenuti troppo blandi. Ieri la squadra si è allenata per «scaricare» lo sforzo di domenica, oggi resterà a riposo: una metodologia che Montella usava anche con i Giovanissimi. L’altra novità portata dal tecnico è un sistema satellitare grazie al quale può controllare nel dettaglio i dati degli allenamenti dei singoli giocatori: distanza percorsa, velocità, frequenza cardiaca, etc.

Evidenti i problemi di resistenza della squadra dopo la totale assenza del «fondo» nel ritiro a Riscone: ma ormai è tardi per un richiamo della preparazione e lo staff proverà a intervenire, per quanto possibile, quando il calendario sarà meno fitto. I giocatori ci hanno messo del loro: tanti sono sovrappeso e hanno perso le abitudini degli atleti. L’approccio meticoloso di Montella (vedi gli appunti presi in panchina durante le gare) comprende anche un fine lavoro psicologico.

Ieri, nella riunione con la squadra, ha chiesto maggiore attenzione. I cali fisici e mentali sono costati 6 rimonte e 14 punti in campionato: abbastanza per uscire dal giro-scudetto, non ancora per compromettere la corsa all’Europa. I problemi da risolvere sono anche di natura tattica. Scelto il , restano i soliti nodi: alcuni titolari (Pizarro, Taddei e Riise)non hanno sostituti all’altezza, in altri ruoli c’è un’abbondanza che scatena malumori. Il dilemma -Borriello continua: uno deve restare fuori e, specialmente l’ex milanista, si fa venire il broncio. Per remare tutti dalla stessa parte servirebbe una società forte, quella che è mancata a Ranieri e manca a Montella. La nomina di Montali a direttore operativo ha sistemato solo una parte dei problemi e scontentato gli altri dirigenti. A partire dalla Sensi.