Ranieri: Roma non ascoltare

12/02/2011 alle 11:17.

CORSPORT (P. TORRI) - Nervoso. Al punto da sfiorare la maleducazione. Lui che ha quasi sempre avuto uno stile al di sopra di qualsiasi so­spetto. Eppure il Claudio Ranie­ri che ieri si è presentato nella sala stampa di Tri­goria per la consue­ta conferenza stam­pa della vigilia del­le partite, ha mani­festato un’insoffe­renza, per usare un termine tranquillo, che non può essere solo figlia legittima

REALTA’ - Del resto, oggi, essere l’allenatore della Roma, contrat­to in scadenza il prossimo trenta giugno, con un passaggio di pro­prietà che aleggia nell’aria nonda ora, ma da mesi - e questo vuole pure dire, di fatto, di non aver quasi mai avuto alle spalle una società in grado di sostener­lo - non è un ruolo in cui sia faci­le mantenere il necessario self­control. Al punto da non poter far nulla per nascondere un di­sagio evidente che può pure diventare antipatico: «Le mie opinioni qui non contano. Se io dico quello che penso o quello che non pen­so, non conta. Non voglio parlare di contratto, società, mi piacerebbe farlo di calcio. Per il futuro stiamo parlando, poi saprete». Sì, va bene, ma par­lando con chi?

Meglio allora parlare della sfida di stasera all’Olimpi­co contro il . Novanta mi­nuti da dentro o fuori soprattut­to per la Roma, costretta a convi­vere, dopo la sconfitta di San Si­ro,sesta in campionato, con la consapevolezza di non poter più sbagliare. Ranieri dovrà provare a ripartire con una difesa che, in ogni caso, sarà inedita (il ricorso contro la seconda giornata di di Mexes ha incassato un due di picche), proprio nella serata in cui di fronte troverà un che ha in Cavani, Lavez­zi e pure Hamsik, un terzetto of­fensivo che ha consentito alla squadra di Mazzarri di iscriver­si alla corsa scudetto.

Nessuna anticipazione, come sempre, sul­la formazione: «Sapete che la decido la sera precedente, se la dicessi mentirei prima di tutto con me stesso. Ho fiducia. La Roma, ringranziando Dio, non segue l’ambiente, riesce a essere impermeabile a tutto. Quando vinciamo una partita, siamo da scudetto, quando invece perdia­mo, siamo da retrocessione. Noi per fortuna abbiamo il giusto equilibrio. Stiamo in salute, a Milano abbiamo giocato una grande partita, abbiamo voglia edeterminazione. Sarà un grande derby. Di fronte avremo un Na­poli che sta facendo benissimo, mentre noi fin qui non siamo riu­sciti, per un motivo o per l’altro, a esprimere in pieno le nostre qualità. Non conterà il sistema di gioco, ma i giocatori e la Ro­ma. Sarà una parti­ta difficilissima contro una squadra che merita il secon­do posto. Sa riparti­re e sfruttare alla grande gli spazi. Come all’andata, saremo noi a fare la partita e loro ripar­tiranno. Dovremo stare molto at­tenti perchè nel corrono tutti, dal a Cavani. Han­no grandi giocatori in attacco, ma noi abbiamo campioni ingradodifermarli ».

ADRIANO - Oltre che contratto e società, ieri Ranieri si è innervo­sito anche riguardo alla situazio­ne Adriano. Il brasiliano, con ilpermesso della società, è andato in Brasile da dove, subito, sono arrivate notizie e foto di boccali di birra e patente ritirata. Non proprio il massimo. Ranieri, pe­rò, ha smentito, dopo un po’ di ri­luttanza, le versioni arrivate da Rio: «Io sono convinto che Adria­no, quando tornerà, potrà essere un gio­catore importante, magari ci farà un gol decisivo. Ri­guardo al resto, uno dovrebbe informar­si sul Brasile per cercare di capire quello che è acca­duto al nostro giocatore. Ho par­lato con lui, non era lui al volan­te dell’auto fermata, eppure quando lo hanno visto gli hanno chiesto pure a lui i documenti. E’ normale tutto questo? Lui non guidava, eppure gli hanno preso la patente. Perché?». Azzardia­mo: forse per chiedergli soldi? In ogni caso, meglio pensare al Na­poli