IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Ha attraversato il campo a passo svelto sotto la pioggia. E entrato nello spogliatoio, si è tolto il piumino bagnato. Ha guardato i giocatori negli occhi, uno ad uno. Ha chiesto a tutti di aspettare un attimo prima di fare la doccia.
Poi, nel silenzio totale, con in sottofondo solo "Il Pescatore" di De André cantato a squarciagola dai tifosi del Genoa, ha preso la parola: «Vi ringrazio per come avete corso e lottato. Oggi, ma anche in questi mesi. Avremmo potuto fare tante cose insieme: vincere lanno scorso e riprovarci questanno. Non è andata e a questo punto mi pare chiaro che devo essere io a farmi da parte».
Così Claudio Ranieri, dopo 18 mesi e 536 giorni, ha chiuso la sua avventura romanista. Allombra dellultimo sole (che ieri a Genova non si è visto e non poteva essere diversamente) a un mese dallultima vittoria - datata 22 gennaio, 3-0 al Cagliari - lallenatore che lo scorso anno ha portato la Roma al secondo posto ha detto basta. Affidando poi le sue dichiarazioni ufficiali allAnsa: parole scritte di suo pugno sullaereo e comunicate via sms a persone di sua fiducia che le hanno diffuse, mentre intorno la squadra rimaneva in silenzio.
Così come in silenzio, rumorosissimo, erano state accolte le sue parole di addio nello spogliatoio: «Al fischio finale dopo una partita vibrante, sono andato negli spogliatoi per ringraziare la squadra per la prestazione ed ho deciso di rassegnare le dimissioni. Fino ad oggi ho sempre pensato al bene della Roma, della società e della squadra. Oggi siamo entrati in campo con la voglia di lottare e vincere, per tutti quelli che amano la maglia e la città. Ogni minuto della mia giornata è per la Roma - ha aggiunto - ho sempre detto che per me una sconfitta faceva più volte male, ma veder i miei ragazzi lottare fino alla fine e perdere mi scuote nel profondo». Ranieri è poi passato ai ringraziamenti: di rito spesso, in questo caso davvero sentiti: «Ringrazio tutti i tifosi e la Dottoressa Sensi, insieme, nonostante le difficoltà, abbiamo fatto un grande lavoro lanno scorso e questanno. Sono e rimango un uomo di campo e dopo una partita come quella di oggi, ritengo sia giusto dare un segnale, per amore di questi colori e spero che questa mia decisione sia utile a spronare la squadra. Lo sport e il calcio hanno dei valori che per me e per chi ci mette lavoro e passione, sono la vita ».
Una volta inviato il comunicato allAnsa, Ranieri è andato a Trigoria con la squadra, dove i dirigenti avevano convocato un vertice notturno. Che però servirà a poco, almeno a leggere le parole di Rosella Sensi: «Prendiamo atto - ha commentato perplessa il presidente - delle sue dichiarazioni. Questa sera non faremo nulla, ci riserviamo di decidere dopo una riunione in programma domani mattina (oggi, ndr) alla quale parteciperanno oltre a me, i dirigenti e i giocatori». I giocatori sono stati convocati per le 11, lo stesso Ranieri dovrebbe andare al Bernardini verso le 10 per incontrare la Sensi e non è escluso che ci possa essere anche la presenza di un rappresentante di Unicredit. In ogni caso, il presidente sentirà il parere (vincolante) dellistituto di credito che pochi giorni fa aveva confermato la fiducia al tecnico davanti a tutta la squadra ma che adesso sembra favorevole alla soluzione interna (gradita anche alla squadra) che risponde al nome di Vincenzo Montella, con piccole chanche anche per Alberto De Rossi. Una delle giornate più difficili della storia romanista prende forma al fischio finale di Genoa-Roma.
Mentre Ranieri parla alla squadra nello spogliatoio, lufficio stampa della Roma comunica che «nessuno si presenterà a parlare. Lunico autorizzato è Gian Paolo Montali». Nellattesa che il direttore si presenti alle telecamere le voci si rincorrono senza sosta: ritiro in Liguria, a Bologna, in Toscana, a Trigoria. E poi ancora: Ranieri dimissionario, Ranieri esonerato, decide la Sensi, decide la banca, cè persino chi dice che DiBenedetto dagli Stati Uniti pretenda spiegazioni. Finalmente Montali parla: prima alle tv, poi in conferenza. E fa chiarezza. Annunciando il vertice notturno e rimandando ogni decisione definitiva a lunedì «perché spiega non è il momento di decidere con la pancia». La squadra decolla da Genova alle 19.40, 20 minuti dopo lorario previsto. A Fiumicino laspettano una cinquantina di tifosi, ma i contatti vengono evitati visto che i giocatori vengono prelevati direttamente dalla scaletta dellaereo. La squadra arriva a Trigoria mezzora dopo: oltre a giornalisti e fotografi, ad attendere i giocatori una quarantina di tifosi. Lanciano uova e bottigliette, ma nessuna scena di guerriglia come quella di sabato. Allinterno del Bernardini va in scena il confronto tra dirigenti e giocatori, che vengono richiamati alle loro responsabilità. Tutti, soprattutto adesso che con laddio (probabile) di Ranieri vengono a cadere tutti gli alibi. Al confronto sono presenti anche i giocatori non convocati per Genova, come De Rossi, che arriva poco prima delle 21 e sarà poi lultimo ad uscire, mentre tra i primi ad abbandonare Trigoria ci sono stati Menez e Pizarro. Il Pek è poi andato a cena con Borriello, Totti e De Rossi.
Il primo ad andarsene era stato Ranieri alle 21.55: la sua Smart è scortata dalla polizia, ma i tifosi sono indifferenti al suo passaggio. Tuttaltro atteggiamento di quello avuto con Vincenzo Montella: quando il pullman che porta lui e i Giovanissimi arriva a Trigoria, qualche minuto prima della Roma, ci sono solo applausi e cori per lAeroplanino. La sensazione è che si tratti tanto di uninvestitura popolare. E che il nuovo corso sia già iniziato.