LEGGO (F. MACCHERONI) - Chissà se Ranieri è ancora convinto che basti un verduraio per preparare una squadra di calcio. E chissà se è ancora convinto che Pizarro non possa giocare con De Rossi. E chissà, infine, se Vincenzino Montella si è deciso a ordinare un amuleto. Perché la Rometta spompata da mister-quasi-due-anni-Ranieri ha disputato un tempo convalescente ma credibile contro il Bologna e poi sè persa per strada un vantaggio di 2 gol e, soprattutto, Pizarro.
Come detto, la Roma si è portata in vantaggio per 2 gol. Dopo un rigore reclamato da Totti, Brighi (larbitro, ovviamente) ne ha concesso uno per fallo su Taddei ed è stato Totti a fiondarlo alle spalle di Morante. Poi Juan ha concluso una mischia confusa con la zampata buona. Era il momento dei baci: entrambi verso la tribuna (il brasiliano probabilmente indicava la moglie, il capitano dicono indicasse la Sensi). E, anche se non era stata una Roma da sballo, si vedeva la buona volontà, la ricerca di una parentela stretta fra i reparti e la disponibilità al sacrificio negli aiuti. Dai baci alle lacrime, quando quasi allo scadere del primo tempo, su un contatto con Giovinco, Pizarro ha urlato tenendosi il ginocchio destro. Montella ha fatto scaldare Simplicio che, purtroppo, ha eseguito. Un ammutinamento, una fuga in Brasile avrebbe evitato i danni dellex palermitano. Non è che Borriello, entrato per Totti, abbia fatto meglio: indisponente. Meno peggio Menez, che ha rilevato Vucinic: almeno ha creato confusione. Ma in questa confusione è risorto Lazzaro-Amauri: un tacco da brasiliano vero, un raddoppio da ghepardo darea. Anzi daia, perché attorno sembravano zompettare dei polli.