REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Minuto novantuno di Sampdoria-Roma: esce Greco, entra Totti. Sì, Totti: il capitano della squadra, il miglior marcatore della storia del club, il leader. Un leader che, però, ha perso il sorriso. Nonostante il cronometro indicasse 90 minuti e 55 secondi, il capitano ha accolto con una battuta -
SPIEGAZIONI - Oggi Totti non era presente all'incontro di metà stagione all'Hilton Airport di Fiumicino tra capitani, tecnici e presidenti, causa un impegno familiare (sta trascorrendo un paio di giorni con la moglie e alcuni amici) comunicato alla società fin da quando era stata resa nota la data dell'appuntamento. Niente incontro con Ranieri, dunque. Ma già domani pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti, sarà il giorno dei confronti: il numero dieci si aspetta da parte del tecnico almeno una spiegazione per quel cambio, arrivato quando la partita non aveva più nulla da dire. Una spiegazione che avrebbe gradito, ma che non è arrivata, già negli spogliatoi di Marassi, al termine della gara. Una spiegazione che dovrà essere necessariamente più convincente di quella consegnata dall'allenatore romanista alle telecamere ("Pensavo mancassero tre minuti più recupero"). Perché nonostante avesse appena 185 secondi a disposizione, e a differenza di altri - vedi Adriano in Roma-Inter - Francesco è entrato in campo senza sollevare alcuna polemica. Ora però pretende di capire il motivo di quella che chiunque altro al suo posto avrebbe vissuto come una grave mancanza di rispetto. Non solo da parte del tecnico: perché il tentativo di Montali di bloccare sul nascere ogni malumore non è bastato a dare un segnale forte a livello societario. Totti aspetta che anche i vertici del club intervengano, facendo sentire di essere, stavolta davvero, dalla parte del loro capitano. Un capitano per sua stessa ammissione "triste" quando si trova a Trigoria, quella che soltanto fino a pochi mesi fa avvertiva come una casa e dove adesso si sente un ospite neanche troppo desiderato. Per questo, cresce la tentazione di farsi rimpiangere. Solo una tentazione. Per il momento.
MALESSERE - "Se il problema sono io, sono pronto a farmi da parte", disse a ottobre il numero dieci, dopo la sconfitta di Napoli e nel momento forse di maggiore tensione tra squadra e tecnico. Romani e romanisti entrambi, ma troppo diversi Francesco e Claudio (Ranieri): di lui, come molti compagni, Totti non condivide le idee tattiche ("Abbiamo fatto il catenaccio", il celebre commento a Bayern-Roma), l'atteggiamento rinunciatario, i metodi di allenamento. Ma non ama neanche il ruolo che ha il tecnico gli ha ritagliato nella sua nuova Roma: vorrebbe giocare centravanti, vicino a Borriello e alla porta. Quando parte dall'inizio, invece, si trova spesso a dover rincorrere l'avversario - questo pretende Ranieri da lui - giocando defilato e in posizione più arretrata, quella che non sente più sua da anni. In più, sa di non godere della stima incondizionata da parte dell'allenatore, che nonostante lo abbia impiegato in 23 gare su 26, lo ha sostituito in 7 occasioni. Il digiuno da gol - soltanto 2 in campionato alla fine del girone di andata, mai così pochi dal '96-'97 - e la frustrazione di vedere distante ancora 11 reti il record di Baggio, non fanno che acuire il malessere del capitano. La certezza è una: Totti non si sente più importante per la Roma, e aspetta che qualcuno provi a convincerlo del contrario. A partire da domani.
"NON HO SBAGLIATO" - Dall'Hilton Ariport di Fiumicino, i volti dei romanisti presenti sono di quelli che vogliono dimenticare in fretta. Sia Ranieri che il direttore sportivo Pradé preferiscono evitare di fermarsi ai microfoni. Unico disponibile per qualche battuta, Julio Sergio, che dopo aver scherzato con il connazionale Hernanes, torna sulla sconfitta di Genova che lo ha visto sfortunato protagonista. "Ieri abbiamo perso per i nostri errori, ma abbiamo ancora tante partite e anche un confronto diretto: dobbiamo ripartire come abbiamo fatto nelle ultime gare e provare a vincerle tutte. Alla fine di aprile vedremo cosa potremo fare". Qualcuno, però, insiste nell'attribuire al portiere la colpa della disfatta, condannando il fallo costato rigore ed espulsione: "Ho fatto fallo, ma dovevo decidere in una frazione di secondo. La settimana scorsa su Maxi Lopez, invece, ero riuscito a prendere la palla". Chiusura su Totti: "Un confronto tra lui e Ranieri a Genova? Io non l'ho visto". Appunto.