CORSPORT (D. LATAGLIATA) - L'umore è quello che è. Pessimo. E non potrebbe essere altrimenti. La Juventus che è fuori dall'Europa League e dalla Coppa Italia, la Juventus che in campionato arranca a meno nove dal Milan capolista e che non è per nulla certa di prendere parte alla prossima Champions League si lecca le ferite. Si tarda anche a uscire dagli spogliatoi, segno che davvero la serata è di quelle che si vorrebbero concludere il prima possibile filando dritti a casa. Siccome però gli obblighi sono quelli che sono, ecco che alla fine spunta Del Neri. Per la prima volta in stagione - lui come tutta la squadra - fischiato dai settori dell'Olimpico che non fossero la curva Sud, allineata con i voleri di Andrea Agnelli.
LAMMISSIONE -«Si può discutere su certe situazioni di campo, ma la Roma ha giocato meglio e bisogna riconoscerlo. Certi episodi possono cambiare le dinamiche della partita e mi riferisco al rigore: se Ranieri dice che non era da fischiare, non so che dire. Forse non sarebbe cambiato nulla, ma al momento non siamo nemmeno fortunati. Mexes sarà stato ingenuo, ma quello era un rigore da fischiare ». Piccola scusa in realtà, visto che in novanta minuti la Juve non ha fatto un tiro in porta degno di tal nome:«Ci spiace per i tifosi, ma cercheremo le giuste soddisfazioni in campionato e del resto ci rimane solo quello. Abbiamo disputato una partita sotto tono, adesso dobbiamo rimboccarci le maniche e andare avanti. Divario ampio con la Roma? Ci sono solo tre punti tra noi e loro in campionato, la situazione non è compromessa ma di sicuro, per tornare quelli che eravamo, dovremo produrre più gioco: se non produci, non segni. La realtà è che a gennaio abbiamo perso giocatori fondamentali per il nostro tipo di calcio. Aquilani? Doveva respirare, lui come altri: non avrebbe retto tre partite in una settimana in questo momento, visto che giocheremo di mercoledì anche la prossima settimana. E se qualcuno dice che avrei dovuto inserirlo prima, sappiache i tre cambi che ho fatto sono stati obbligati: anche Amauri ha sentito tirare dietro la coscia e abbiamo preferito non rischiare».
CALCIO DA JUVE- Piove sul bagnato, come sempre. Ma resta la fiducia:«In campionato possiamo fare ancora di tutto, ne sono convinto. Stiamo vivendo un momento difficile, ma ci sono ancora diciassette partite da giocare e siamo nel gruppo di testa. Una cosa è certa: dobbiamo tornare a giocare un calcio degno della Juve. Ci resta un obiettivo solo, dobbiamo fare il massimo possibile dimenticando queste due eliminazioni cocenti».Senza mettere troppa fiducia nel mercato, ormai in dirittura d'arrivo con Pazzini prossimo interista:«Era il mio sogno? E' rimasto tale. Ma queste sono domande per la società: la realtà è che stiamo cercando di fare il massimo sia in campo che fuori, ma non è sempre facile arrivare dove si vuole. Però non stiamo crollando, ne sono certo. Siamo vicini alle primissime e nelle ultime due partite abbiamo fatto quattro punti. Domenica ci aspetta l'Udinese e saremo pronti: avremo di nuovo al meglio Marchisio, Aquilani e Krasic. Sarà un'altra Juve».
PARLA ALEX- Se lo augura anche Del Piero, sguardo basso e tono di voce quasi inesistente:«Dobbiamo reagire, è certamente un momento delicato. Anche stasera abbiamo avuto infortuni e situazioni di campo obbligate. Non è facile accettare certi verdetti, ma dobbiamo farlo e continuare a dare il massimo. Il problema è che in questo momento il massimo non basta».Chiude Storari:«Non è un periodo fortunato, ma potevamo fare meglio. Ci tenevamo molto ad andare avanti. E' stata una brutta gara, si è perso e adesso la strada per arrivare a fine stagione sarà lunga e difficile. Vucinic ha fatto una bella parabola, complimenti. In campionato abbiamo alternato cose positive ad altre meno: il solo obiettivo che ci resta è arrivare tra le prime quattro. Dobbiamo riuscirci».