LEGGO (F. BALZANI) - Nella notte romana, a New York ancora si parlava di Roma. I vertici Unicredit hanno incontrato gli esponenti della cordata statunitense interessata al club per capire se ci siano davvero i presupposti per portare avanti la trattativa. Unicredit è disposta a mantenere una quota di minoranza, a valutare ogni possibilità per agevolare la cordata americana.
Gli statunitensi rappresentano lopzione migliore fra quelle emerse in questi mesi sia sotto il punto di vista economico che in termini di progettualità futura. Per questo Unicredit, offrendo la disponibilità a mantenere una quota minoritaria della Roma, ha di fatto abbassato il prezzo dellasset (150 milioni). A testimoniare il passo in avanti di Unicredit è stato un comunicato a firma Italpetroli: «Nellambito del processo di cessione del pacchetto As Roma, alcuni dei potenziali acquirenti hanno richiesto un contatto diretto con Unicredit, per valutare il possibile ruolo di questultima a supporto finanziario delloperazione».
La visita newyorkese è servita anche a Unicredit per rassicurare gli americani, spaventati dopo la lettura della due diligence che ha evidenziato i conti in rosso della Roma (in previsione 40 milioni di passivo). Se la trattativa andasse in porto Unicredit manterrebbe un uomo di fiducia (Montali) allinterno di Trigoria, mentre per il ruolo di direttore sportivo gli americani avrebbero contattato Franco Baldini. Un nome di rilievo che non può però oscurare lottimo lavoro svolto finora da Pradè (lattuale ds volerà oggi a Milano per chiudere lo scambio con il Genoa tra Doni ed Eduardo).
La cordata, guidata da un italo-americano di Boston socio della New England Sports (proprietaria dei Red Sox e del Liverpool), valuterà in queste ore il da farsi ma, a meno di clamorosi colpi di scena, non presenterà unofferta definitiva entro stasera. Dietro alla cordata a stelle e strisce resta la famiglia Angelucci che ha aumentato leggermente la sua offerta: da 86 a 90 milioni. Ancora troppo pochi.