CORSPORT (F.NOBILI MASSUERO) - Herrera e Pugliese, coppia di stregoni astuti e rinomati nel contesto, spesso fiabesco, del football nazionale, avevano accigliati acconsentito di sfidarsi sul campo nuovamente, con sfoggio pieno del vasto, collaudato repertorio di ingegnosi artifizi, infidi trucchi e fini sortilegi, duellando, al primo, timido albeggiare dei nebulosi, convulsi anni 70, nello scenario dellattonito Olimpico romano. Entrambi maghi acclamati, patentati e ormai di lungo corso, scaturivano da antitetiche esperienze di sport, di vita, di censo e di costume.
Lo scontro venne subito deciso da un guizzo repentino e letale, sotto rete, disegnato, con tratto irridente e assai preciso, di esterno destro in lieve scivolata, da Peirò, centravanti di stile fantasista. Il castigliano, emerito maestro decorato in materia di vincente tempismo e di inserimenti silenti, puntuali e velenosi, vendicava, così, lo smacco patito dalla squadra nellandata, nonché un amaro vissuto personale, di contrasti latenti e forti incomprensioni, sperimentato col vecchio allenatore.
Investito, dal Mago più doc fra tutti quanti, delle insegne, prestigiose, di leader e capitano ufficiale della Lupa, il dinoccolato Joaquin caracollava, a volte trasognato, gli scarni stinchi nudi esposti ai calci e al vento, sfoggiando classe innata, lungo il fronte dattacco completo romanista. La reazione barese non scalfiva il muro giallorosso, ben presidiato e disposto al contropiede. Don Oronzo, trangugiando il gran rospo, paonazzo, giunse, proprio lui, a definire la Roma provinciale.




