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Un lampo di Peirò e il mago Herrera castiga Don Oronzo

11/12/2010 alle 09:51.

CORSPORT (F.NOBILI MASSUERO) - Herrera e Pugliese, cop­pia di stregoni astuti e rinomati nel contesto, spes­so fiabesco, del football na­zionale, avevano accigliati acconsentito di sfidarsi sul campo nuovamente, con sfoggio pieno del vasto, col­laudato repertorio di inge­gnosi artifizi, infidi trucchi e fini sortilegi, duellando, al primo, timido albeggia­re dei nebulosi, convulsi anni ‘70, nello scenario del­l’attonito Olimpico roma­no. Entrambi maghi accla­mati, patentati e ormai di lungo corso, scaturivano da antitetiche esperienze di sport, di vita, di censo e di costume.

Lo scontro venne subito deciso da un guizzo repen­tino e letale, sotto rete, di­segnato, con tratto irriden­te e assai preciso, di ester­no in lieve scivolata, da Peirò, centravanti di sti­le fantasista. Il castigliano, emerito maestro decorato in materia di vincente tem­pismo e di inserimenti si­lenti, puntuali e velenosi, vendicava, così, lo smacco patito dalla squadra nel­l’andata, nonché un amaro vissuto personale, di con­trasti latenti e forti incom­prensioni, sperimentato col vecchio allenatore.

Investito, dal “Mago” più doc fra tutti quanti, delle insegne, prestigiose, di lea­der e capitano ufficiale del­la Lupa, il dinoccolato Joa­quin caracollava, a volte trasognato, gli scarni stin­chi nudi esposti ai calci e al vento, sfoggiando classe in­nata, lungo il fronte d’at­tacco completo romanista. La reazione barese non scalfiva il muro gialloros­so, ben presidiato e dispo­sto al contropiede. Don Oronzo, trangugiando il gran rospo, paonazzo, giun­se, proprio lui, a definire la Roma “provinciale”.