IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Otto gennaio 1995, quasi 16 anni fa. AllOlimpico cè Roma-Bari, come oggi. Minuto 85, triangolo con Balbo, stop a seguire, tocco sotto, 2-0 e tutti a casa. Fu quello il primo gol di Francesco Totti allavversaria contro la quale i giallorossi tenteranno di mettere alle spalle la tripla frenata con Palermo, Chievo e Cluj. Quello del 95 fu un gol importante (il suo secondo in A), un gol alla Totti, lesordio assoluto del suo pezzo forte: il cucchiaio. E da lì il capitano non si fermò praticamente più, perché ai galletti pugliesi ha segnato già dieci volte in carriera.
Oggi, sta per essere scritto un nuovo capitolo della storia tra Totti e il Bari. Un capitolo che, nel solco della tradizione, comincia strizzando locchio a Francesco. Che fino a ieri sembrava non dover essere della partita. Per lo meno non dallinizio. Davanti ci doveva essere il tridente Menez-Borriello- Vucinic e lui a non spremersi troppo dopo il match nel freddo di Cluj e in vista di quello di sabato prossimo a Milano, che potrebbe riaprire il discorso scudetto. E invece Mirko si è fermato ridandogli un posto dallinizio e costringendolo a straordinari molto ben accetti. Perché Francesco ha voglia di giocare e di ricominciare a segnare con la continuità che finora in questa stagione gli è mancata. Ha dovuto aspettare a lungo per trovare la prima rete (il rigore contro il Basilea), poi ancora un po per la prima su azione (quella amara di Palermo). Ora gli manca la prima su azione in casa. E quale occasione migliore dellultima stagionale allOlimpico contro la squadra a cui ha fatto il primo cucchiaio, la prima doppietta e la prima tripletta casalinga in A? Forse, allora, lo stop di Vucinic è un segno del destino...




