Sky provoca, Ranieri se ne va

13/12/2010 alle 09:43.

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - La Roma vince ma la polemica scoppia lo stesso. Accade al termine della partita, quando Claudio Ranieri si presenta ai microfoni di Sky. Si parla di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda che si voglia vedere nel risultato il non aver subito rimonte ma anche una qualità globale non eccelsa nel gioco. «Ci volevano soprattutto i tre punti – risponde il tecnico, quasi presagendo un’altra piega nelle domande successive. - E siamo molto felici per questo». Manco a dirlo, l’attenzione si sposta infatti su David Pizarro. Nostalgia delle sue geometrie? gli viene chiesto. «Certamente – dice Ranieri. – Ma veniva da tre giorni di influenza e non era al meglio della condizione»

da tre giorni di influenza e non era al meglio della condizione». A quel punto, è dallo studio che partono le bordate. La questione principale diventa a tutti gli effetti il mancato utilizzo del centrocampista cileno. Ranieri torna a spiegare, pacatamente: «David si è fatto male, a suo tempo. Ma prima di allora aveva sempre giocato. Dopo l’infortunio ha avuto una ricaduta. E ora questa influenza, violenta, con tanto di diarrea. Mi sembra che le motivazioni ci siano tutte». La risposta dallo studio è un laconico “Prendiamo atto che non vuoi dirci nulla a riguardo”. E’ allora che Ranieri sbotta: «Non c’è nessun problema Pizarro. E mi spiace dover rilevare che una volta analizzavate la partita tecnicamente, mentre ora state scadendo. Volete sempre alimentare la polemica. A tutti i costi. Sappiate che, pian piano, a Roma non vi vedrà più nessuno».

 

I contrasti crescono. E le voci si alzano. “Se avessimo voluto far polemica – gli dicono – saremmo partiti dal gol della Roma in fuorigioco”. E ancora, “Non abbiamo bisogno di essere simpatici ai tifosi”, con tanto di rivendicazione del diritto di critica. «Parliamo di calcio, e mi troverete sempre disponibile» continua il tecnico,

pur capendo che da parte dello studio non c’è voglia di venir meno agli attacchi. E allora, salutando, se ne va. Lasciando i commentatori a sottolineare come i dieci punti che separano la Roma dal Milan siano forse alla base del “nervosismo” del tecnico romano. Che arriva però in sala stampa tranquillo. E con la voglia di spiegare ancora. «Ho una rosa di titolari in cui anche quei ragazzi che non erano abituati a giocare, come

Brighi, Simplicio e Greco, hanno fatto buone cose. E dovendo giocare campionato e , se posso risparmiare qualcuno, come Pizarro, non ci vedo niente di male. Se poi Pizarro c’è rimasto male perché non l’ho rimesso subito, mi spiace. Posso capirlo, perché lui si sentiva titolare. Abbiamo una rosa forte. C’è chi accetta prima, chi dopo. Le punte l’hanno accettato subito, così come i difensori. Pizarro non ancora». Inevitabile, allora, la domanda sul clima nello spogliatoio. «E’ sano – sostiene Ranieri. – Anche con qualche vaffa di troppo».

Quanto alla partita, ripete: «Il Bari era senza tanti titolari, e quindi con nulla da perdere. Ventura ha scelto di giocare con il 4-5-1, chiudendo sia le fasce laterali che il centrocampo. Non era facile, ma ci siamo riusciti alcune volte. Vedi il palo di Cassetti, le percussioni di Menez, il rigore sbagliato da o il gol

annullato a Borriello. Insomma, la squadra mi è piaciuta». Infine, su Doni. «Mi è dispiaciuto che sia stato fischiato quando è entrato. Una volta un presidente mi disse che non dovevo far giocare un giocatore. Gli risposi, “Lo metta fuori rosa, altrimenti lo utilizzo”. “Se lo fa – mi disse - la esonero”. La domenica feci giocare quel giocatore e lunedì fui esonerato. Per me, era così da ragazzo e lo è ancora oggi».