GASPORT (M. CECCHINI) - Per denaro, per autostima, per cercare pace, per continuare a sognare. Mettete questi elementi nellordine che più vi piace, ma il passaggio agli ottavi di Champions League il quarto negli ultimi cinque anni per una Roma in vetrina alla ricerca di un nuovo proprietario, significa davvero molto, forse più del solito. Dopo la vittoria di due settimane fa contro il Bayern Monaco, però, la qualificazione non era
Roma poco Brasil Paradossalmente, in una Roma in avvio quasi debrasilianizzata (Julio Sergio si fa male nel riscaldamento) e con 7 reduci dalla faticosa vittoria dellandata (2-1), in mediana si muove bene il duttile Simplicio che, oltre ad innescare la rete di Borriello rubando palla a De Zerbi (in modo malandrino) e lanciando lattaccante in profondità, interpreta il rombo di Ranieri in un paio di posizioni, passando da intermedio di sinistra a trequartista, quando il tecnico sostituisce Menez (diffidato) con Greco. Se a Brighi e poi a Greco tocca il lavoro sporco, da segnalare un De Rossi spesso impreciso, nonostante il «paisà» De Zerbi lo lasci libero dimpostare. Inutile dire che un Cluj ottavo in campionato e senza più nulla da chiedere allEuropa, alla fine risulta impegnare fin troppo Mexes e Burdisso partendo da fragili fasce, soprattutto quando sul lato destro entra Cicinho per Cassetti. Perciò, una volta sbloccato il match al 21 e saputo che il Bayern sta asfaltando il Basilea, è dallattacco che ci aspetterebbe gloria, sia pure a ritmi blandi. Borriello però, accusato uninfortunio alla spalla, alla fine pare sazio, mentre capitan Totti sembra più ispirato nelle sponde che in acuti personali, anche se Stancioiu si dimostra attento nella ripresa sia su Burdisso che sullex milanista.
Traoré e l«ombrello» Insomma, graziato in avvio da un mancato rigore di Cadu su Menez, alla fine i titoli di coda se li prende il Cluj, che pareggia di testa con Traoré, dopo che lattaccante aveva sciupato allo stesso modo almeno due occasioni analoghe, diventando oggetto di «buu» (razzisti?) da parte dei propri tifosi. Risultato? Al momento del pari viziato da un fuorigioco di Culio il centravanti si sfoga facendo il gesto dellombrello alla sua curva e meritandosi il «giallo». Ma il gol subito crea un inaspettato effetto collaterale: il litigio finale tra Burdisso e Totti, col secondo che rimprovera al primo il pari e laltro che gli rinfaccia il pallone perso che innesca lazione e la scarsa voglia di sacrificarsi in copertura. Come dire, lo psicodramma finale è servito, innescato per giunta da un gol irregolare. Impressioni? Va a finire che nella notte transilvana fa più paura la tenuta nervosa della Roma che lombra dei vampiri. Chi avrà i canini più affilati?