IL ROMANISTA (D. GALLI) - Vucinic resta, Adriano pure. Più chiara di così, ieri, la Sensi non poteva essere. Non può essere ceduto nessun big a gennaio perché la Roma, alla faccia di chi ci vuole male, non è un supermarket dove uno entra e saccheggia. Le richieste abbondano
prendete il Corinthians e il Palmeiras - in Brasile sogna il ritorno in patria dellImperatore. Ma il sogno è destinato a restare tale. Quanto a Vucinic, che a meno di un miracolo dellultimo minuto non sarà convocato per il Milan, cè mezza Europa che farebbe carte false per assicurarselo. Nei giorni scorsi si era parlato degli interessamenti di Manchester City, Liverpool e Inter. Non si muoverà nemmeno lui, promette la Sensi. Questo non significa, però, che non potranno esserci delle partenze. Anzi, la Roma si augura proprio di riuscire a sfoltire la rosa e tagliare così qualche ingaggio pesante.
I primi indiziati per il mercato in uscita sono quegli elementi che, spiega il presidente, «meritano di giocare». Come Doni, Cicinho e Julio Baptista, su cui ci sarebbe sempre il Malaga. Se Pradè riuscisse nelloperazione di venderli in blocco, la Roma risparmierebbe oltre 10 milioni lordi lanno. Lagente di Doni, però, ieri ha escluso una cessione nellimmediato: «Via a gennaio? Per il momento - ha spiegato Ovidio Colucci al sito "totalsport.it" - lintenzione è quella di rimanere fino a giugno. Non è facile spostarsi a metà stagione con tutta la famiglia. Poi, alla fine della stagione, si vedrà». Pare ormai slegata a Doni loperazione-Behrami, nome che resta in cima alla lista di Trigoria. Da quanto riferiscono persone vicine al nazionale svizzero del West Ham, e nonostante Green non dia garanzie, il club inglese non sembrerebbe più interessato allo scambio. Lo era sicuramente a fine agosto, quando gli Hammers chieserò però alla Roma di continuare a pagare l80% dello stipendio del brasiliano. Una proposta indecente. A Trigoria la rispedirono al mittente. La Roma continua comunque a lavorare sottotraccia. Il prezzo del cartellino di Valon non supera i 5 milioni. Ma, attenzione, si può limare. Specie se il West Ham, ultimissimo in Premier, continuasse ad andare così male. Qualora il club scivolasse in Championship, la B inglese, il suo ingaggio di 1.5 milioni non sarebbe infatti più sostenibile per le casse inglesi. Nel contratto di Behrami non cè quella clausola, tipica dei formulari dOltremanica, che prevede la decurtazione del 50% dello stipendio in caso di retrocessione. Un capitolo a parte lo merita Okaka. Il suo stipendio non intacca così tanto il bilancio giallorosso. Ma la punta non trova spazio a Roma. Vuole giocare, preferibilmente allestero. Magari ì in Inghilterra. Molto probabilmente, invece, dovrà "accontentarsi" del Bari. Lo stipendio di Mexes, invece, intacca certamente il bilancio romanista. Ma scordatevi che la Roma stia pensando di liberarsene. A Trigoria stanno lavorando per rinnovargli il contratto, in scadenza a giugno. Bisogna avere fiducia.