Vucinic, cuore di papà: "Un gol per Alexandar"

08/11/2010 alle 10:38.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - E sette. Ma quello realizzato ieri, sebbene segnato su calcio di rigore, per lui è, e sarà sempre, il più bello di tutti. Perchè il settimo gol di Mirko Vucinic alla Lazio, il quarto con la maglia della Roma nel derby, è arrivato pochi giorni dopo la nascita di Aleksandar, il suo bambino, avvenuta il primo novembre.

Il centravanti montenegrino smaniava dalla voglia di regalargli un gol: non c’era riuscito a Basilea, voleva riuscirci a tutti i costi contro la Lazio. Dopo aver lasciato che Borriello calciasse il primo rigore, ha preteso di tirare il secondo: Julio Baptista si è dovuto spostare (Borriello era stato già sostituito), ha capito così Mirko ha preso il pallone, l’ha sistemato sul dischetto poi ha calciato con l’interno del piede alla destra di Muslera, che si era allungato dall’altra parte. Una volta visto che il pallone aveva terminato la propria corsa in fondo alla rete, Mirko si è tolto la maglietta e, correndo verso la Sud, ha mostrato al mondo tutto il suo amore per mamma e figlio. “Mi hai regalato un sogno Aleksandar, ti amo”, la scritta in rosso sulla maglia della salute bianca.

La dedica di un uomo innamorato pazzo della propria compagna. Al di là del gol, Mirko è stato il miglior uomo di Claudio Ranieri per l’interpretazione che ha dato alla sua prestazione, con compiti tattici assolti in scioltezza e zero presunzione. E con un contributo determinante sul piano della qualità. Ha giocato da autentico leader, ha mostrato solo i suoi (enormi) pregi mettendo per una volta da parte i difetti. «Il mister ci aveva detto che in caso di rigore potevamo tirare io, Daniele e Marco. Sul primo Marco ha preso il pallone e ha detto che tirava lui, non mi sembrava il caso di litigare. Ha segnato, è andato tutto bene. Sul secondo me l’ha lasciato Daniele (e Baptista, ndr). Adesso piano con il dire che la Roma ha vinto perché non c’era : sono coincidenze. Le proteste della Lazio? Rigori ci sono quando arbitro fischia, diceva Boskov, no? Io faccio come lui. Spero che questa vittoria possa rappresentare l’inizio della risalita, l’importante è dimenticare quello che abbiamo fatto l’anno scorso. Non mi sento un uomoderby, quello è ancora Delvecchio...», il suo virgolettato post gara.