
IL GIORNALE (F. GRASSIA) - "Arbitro fiscale » , « rosso ingiusto » , « non lha toccato » , « bastava lammonizione » e via così: questo e altro abbiamo ascoltato e letto per condannare lespulsione di Totti nella partita vinta dalla Roma sul Lecce, giustificare la sua reazione sulla strada dello spogliatoio, insomma prenderne le parti
Ma il famigerato regolamento non fa tanti distinguo. Fuori tutti e due con il particolare che il giudice sportivo, in base al racconto dellarbitro, avrebbe poi differenziato le sanzioni: due-tre turni di stop al giocatore leccese, una a quello romanista. Non andrà così. E Totti salterà più di una partita, non solo il derby, perché ha perso il controllo di se stesso mentre stava uscendo dallo stadio: ci sono volute cinque-sei persone per trattenerlo e impedirgli di entrare in contatto con Olivera. Una sceneggiata vista e rivista dagli ispettori federali. In quei momenti sembrava di avere a che fare con una macchina in corsa, priva di freni inibitori, quelli che nelluomo dovrebbero fare la differenza. A Totti sono saltati in più circostanze, la penultima nella finale di Coppa Italia in cui mollò uncalcione a Balotelli, altro spirito ribelle.
Letica non ha colore, non vive di geopolitica, non è malleabile: è un valore assoluto. Di questo dovrebbero ricordarsi i presunti amici e sostenitori di Totti, quelli che scovano un alibi a ogni sua sciocchezza e, così facendo, pensano di fargli del bene. Piuttosto dovrebbero preoccuparsi, costoro, di capire perché il loro idolo non ha ancora firmato una rete dopo averne segnate 25 nelle 31 partite della scorsa stagione. Colpa sua, di una condizione approssimativa, dellallenatore che gli ha cambiato ruolo o di uno spogliatoio che forse non lo onora più come un leader?