IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Il bello di vincere il derby e che il giorno dopo, quando ci si risveglia, bastano due o tre secondi per ricominciare a sorridere. Succede a tutti i romanisti, figuratevi a Mister derby, alias Claudio Ranieri. Ovvero allallenatore che con la Lazio non perde da 13 anni. A quello stesso tecnico che, da quando siede sulla panchina giallorossa, la stracittadina lha sempre vinta. Tre su tre. Roba da record, roba che non succedeva da 50 anni.
due o tre secondi per ricominciare a sorridere. Succede a tutti i romanisti, figuratevi a Mister derby, alias Claudio Ranieri. Ovvero allallenatore che con la Lazio non perde da 13 anni. A quello stesso tecnico che, da quando siede sulla panchina giallorossa, la stracittadina lha sempre vinta. Tre su tre. Roba da record, roba che non succedeva da 50 anni. Tre successi bellissimi. Come per i figli, non si può dire a quale si vuole più bene. Ma questo ha un sapore particolare, perché viene dopo mesi di critiche feroci al suo gioco, alle sue scelte. Una vittoria così, netta anche più di quanto dica il risultato, pur tra mille difficolta di formazione (su tutte le assenze di Totti, Pizarro e Juan), è una bella soddisfazione anche personale. Ma lui non si lascia ingolosire dalla situazione e lascia la ribalta alla squadra. Mister, complimenti. «Dovete farli ai ragazzi - risponde lui-. Sono sempre loro che vanno in campo». Non vuole prendersi troppi meriti, Ranieri. Eppure da domenica pomeriggio è leroe dei romanisti. Per come ha preparato e vinto la partita, certo. Ma ancor di più per quella conferenza stampashow, nella quale se lè presa con chi (i laziali) gli faceva domande solo sugli episodi. Quel suo «Ve state ad attacca ar fumo della pipa. Così state dando ancora più soddisfazione ai romanisti, adesso li state facendo godere come ricci» ha già fatto il giro del web. Su Youtube è uno dei video più cliccati insieme a tanti altri sfottò dei romanisti. Il bello del derby. Del prima e del dopo i 90 minuti. Nei quali però la Roma ha conquistato meritatamente i tre punti.
Mister, come lo ha vinto la Roma questo derby?
Lo ha vinto grazie al senso di appartenenza. Lo ha vinto per la costanza negli allenamenti, per tutto quello che ci eravamo detti in settimana. I ragazzi sono stati meravigliosi per questo. Hanno messo in pratica tutte le variabili tattiche di cui avevamo parlato. E, lo sapete, non è sempre facile farlo. Si parla, si discute, si fa, si pensa di fare una determinata partita e invece a volte non viene fuori quello che ci si aspetta. Loro, invece, sono stati molto bravi ad incanalarla proprio come volevamo.
La squadra ha risposto al meglio. E non solo ieri. Ha già detto che qualcosa era cambiato già da Brescia.
Sì, lo avevo detto. Certo, poi i risultati possono venire o non venire. Anche perché, avete visto, siamo sempre alle prese con il problema degli infortunati. Tutte le squadre che giocano in Champions, e hanno le tre partite settimanali, si possono allenare poco. Per fortuna sono piccoli infortuni, che hanno permesso ai giocatori di essere di nuovo a disposizio ne nel giro di dieci giorni. Ma prendiamo il caso di Daniele De Rossi: è rientrato che aveva fatto sì e no una settimana di lavoro. Poi è costretto a giocare ogni partita e non si può allenare nei due giorni che intercorrono tra una partita e laltra perché ha questo dolore al tallone. Non è che si possa fare chissà che cosa in due giorni di allenamento, perché il primo lo fai di recupero, il secondo lavori e il terzo rigiochi o stai per rigiocare. Però a gioco lungo questo non va bene. Perciò dovremo essere molto bravi e intelligenti a dosare le forze di questi ragazzi.
In tutto questo, il gruppo è sempre rimasto compatto. Tra le immagini più belle del derby ci
sono gli abbracci dei giocatori che erano in panchina. In particolar modo di... (Ranieri interviene prima che la frase sia conclusa)
Di Adriano. Io lho sempre detto, dal primo giorno, questo è un gruppo particolare. Un gruppo di giocatori che si stimano, che stanno insieme da tanti anni. E chi arriva si sente come se fosse sempre stato con questo gruppo. Questo lho detto sempre. Purtroppo, quando le cose non vanno bene, lallenatore sembra che lo
dica tanto per dirlo. Ma questo è veramente un gruppo doro.
Fino a qualche giorno fa parlava di una Roma convalescente. Ora si può dire che la Roma è definitivamente
uscita dalla crisi?
Io credo che adesso ne siamo usciti. Certo che, però, adesso la cosa più importante è mettersi alle spalle la partita con la Lazio e pensare subito a quella di mercoledì sera (domani, ndr) con la Fiorentina. Perché sennò è come se non avessimo fatto nulla.
Nelle settimane passate diceva che questo è un campionato strano. Adesso che si è un po raddrizzata la situazione di classifica, si può tornare a guardare in alto?
Allora, io non ho mai perso la fiducia, non ho mai perso la speranza. E un campionato strano e lho detto dallinizio. Avevo detto che sarebbe stato un campionato nel quale ci sarebbero stati degli alti e dei bassi, e che la classifica sarebbe stata molto più corta e compatta del passato. E così sta succedendo. Ora dobbiamo continuare a pensare di giocare partita dopo partita, senza fare grandi voli di testa. La nostra forza è stata proprio lumiltà di capire che, nel nuovo campionato, ancora dovevamo partire. Stavamo pensando troppo a quello scorso, a quello che avevamo fatto. Come se tutto ci fosse dovuto. E invece la pagnotta bisogna
guadagnarsela partita dopo partita, minuto dopo minuto. E questo dobbiamo fare.
Quando ci si potrà fermare e guardare a che punto è arrivata questa Roma?
No, no. Lo sapete, questi conti non li faccio mai.