REPUBBLICA.IT (M. PINCI) -
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"Un gol alla Zidane", quello realizzato da Jeremy Menez al minuto 24 del primo tempo, mettendo a sedere tre avversari con uno slalom gigante e il portiere con destro di velluto sul palo più lontano. Una novità soltanto per l'Italia. Perché Menez, ventitré anni compiuti a maggio e che a Roma sogna di raggiungere la nazionale ("Speriamo abbia visto anche Blanc", diceva ieri a fine gara), in Francia è da sempre o quasi considerato un predestinato: nel 2002 il trasferimento al Sochaux ne fa il più giovane professionista della storia della Ligue 1, dove debutta due anni più tardi. Nel gennaio 2005, a diciotto anni, con una tripletta al Bordeaux diventa il più giovane calciatore del campionato transalpino ad aver realizzato tre gol in una sola gara. Da record anche il trasferimento nella capitale: 10,5 milioni la cifra spesa dalla Roma per aggiudicarselo, e vincere la concorrenza dell'Arsenal, nell'estate del 2008.
"NESSUNO COME LUI" - Cresciuto nella banlieu 94 di Parigi ("Per questo ho scelto la maglia con quel numero"), nei quattro anni in Francia Menez realizza 21 gol in 112 gare. A Roma, però, impiega oltre due anni per convincere tutti: soprattutto Ranieri, con cui inizialmente i rapporti sono nulli o quasi. Più di una discussione tra i due, che non si piacevano e non facevano nulla per nasconderselo. "Ma a gennaio, dopo Cagliari-Roma, abbiamo avuto una discussione e ci siamo chiariti", ha spiegato più volte Menez. Che, oggi, Ranieri considera "il più forte che abbia mai allenato alla sua età", come ha confidato a più di un amico nel recentissimo passato. L'exploit di Menez contro l'Udinese non è una novità. Anche lo scorso anno contro i friulani il fantasista di Longjumeau aveva illuminato la scena: nessun gol, ma gli assist per la tripletta di Vucinic e una serie di giocate da fenomeno ("la mia miglior partita in carriera", ricorda ancora oggi il giocatore) proprio sotto gli occhi ammirati del gruppo rap francese dei "113", di cui Jeremy è fan accanito, amico e anche mancato collega. Chi lo conosce bene ne è convinto: non avesse sfondato nel calcio, Menez avrebbe certamente fatto carriera come "rapper" professionista.
FANTASIA E SOGNO - La fantasia che il giocatore giallorosso mette in campo, dilaga anche nella sua vita privata: abbigliamento sgargiante, cappelli stile hip hop, scarpe coloratissime e macchine in perfetta sintonia cromatica (a Trigoria alterna una Smart rosa e un suv Audi bianco). A Roma era arrivato fidanzato con Melissa - una ragazza francese conosciuta ai tempi del Monaco - oggi non lo è più. Spesso ospita nella sua villa in zona Axa, dove abitano molti altri giocatori giallorossi, gli amici che da Parigi vengono a trovarlo a Roma. Come la notte di tre giorni fa, quando alcuni ladri sono entrati nella sua abitazione uscendone con un bottino da 100 mila euro. Il giorno dopo, pur non avendo dormito, Menez lo ha trascorso ad allenarsi a Trigoria. Perché, come dice Ranieri, sa anche lui che questo è il momento decisivo della sua carriera. "Sogno lo scudetto a Roma", ha ammesso tempo fa il giocatore. Con un Menez così, sognare si può.
MARCIA SCUDETTO - Che la Roma possa lottare per il titolo lo pensa anche Ranieri e ne sono certi dirigenti e giocatori. la conferma arriva dai numeri: dopo il 3 ottobre, giorno di Napoli-Roma 2-0, il rendimento della squadra è cresciuto esponenzialmente, facendone una serissima candidata al titolo. Quattordici punti in sette gare, soltanto uno meno di Milan e Juventus, cinque vittorie e due pareggi, unica imbattuta insieme ai bianconeri. E perfettamente in media con il rendimento della scorsa stagione (80 punti in 38 gare) che consentì alla Roma di chiudere a meno due dall'Inter più forte degli ultimi anni. "E quest'anno possono bastarne meno per vincere", spera Ranieri. Che, in vista dell'impegno di martedì con il Bayern, spera di recuperare elementi importanti. Tornerà dall'inizio Vucinic, confermatissimo Menez, il ballottaggio in attacco sarà tra Totti e Borriello. Da verificare invece le condizioni di De Rossi e Riise, che oggi si sono allenati sul campo. Per il centrocampista, ancora qualche dubbio: l'infiammazione all'inguine è in via di miglioramento e lui spinge per esserci. Ma il probabile rientro di Pizarro (lasciato a riposo contro l'Udinese per evitare ricadute alla schiena anche a causa del clima umido e freddo), dovrebbe consentire a Ranieri di attenderlo ancora e a lui di allenarsi per una settimana intera. Ancora out Perrotta: per lui arrivederci alla prossima settimana.