«Mauri-Vucinic ecco le insidie»

05/11/2010 alle 10:59.

CORSPORT - Quale può essere l’idea vincente per disorientare la Lazio e la Roma? Pruzzo: «Penso che Ranieri, in questo momento, voglia trasmettere alla Roma un senso di stabi lità. La strada più corretta, proprio per evitare rischi, è quella di affrontare la Lazio, almeno in partenza, con il 4-4-2, utilizzando Menez sulla fascia sinistra e Perrotta sul lato opposto.

CORSPORT -  
Quale può essere l’idea vincente per disorientare la Lazio e la Roma? 



Pruzzo:
 «Penso che Ranieri, in questo momento, voglia trasmettere alla Roma un senso di stabi lità. La strada più corretta, proprio per evitare rischi, è quella di affrontare la Lazio, almeno in partenza, con il 4-4-2, utilizzando Menez sulla fascia sinistra e Perrotta sul lato opposto. Un modulo che Ranieri potrebbe comunque modi ficare in corsa, come è avvenuto a Basilea, quan do ha scelto il 4-3-1-2. E l’ipotesi di piazzare di nuovo Menez sulla trequarti mi piace parecchio: il francese, nel ruolo di esterno, sarebbe costret to a spendere tante energie in copertura. Alle spalle delle punte, invece, avrebbe maggiore libertà. Menez punta l’uomo, lo salta, ha scatto, brillantezza e progressione. Una delle chiavi può essere proprio rappresentata dalla posizione di Menez. Ma un altro giocatore che potrebbe esal tarsi è Vucinic, soprattutto se Ranieri dovesse decidere di farlo giocare largo sulla sinistra: il montenegrino, in quella zona, si è rivelato spes so devastante». 



Marchegiani:
 «La logica imporrebbe alla Lazio di proseguire con il , considerando il primo posto in classifica e le cinque vittorie di fila. Ma i segnali che provengono da Formello indicano in rialzo le quotazioni di Rocchi. E a rafforzare le probabilità che la Lazio si presenti in campo con due punte, c’è anche un altro aspetto: Reja ha adottato spesso lo stesso modulo scelto dai suoi avversari. Ha cambiato la Lazio in base al le caratteristiche di chi si è trovato davanti. E se la Roma, come è avvenuto a Basilea dopo un quarto d’ora, dovesse affidarsi al 4-3-1-2, sono convinto che la Lazio potrebbe creare le basi per l’uno contro uno. A quel punto Mauri si muove rebbe sulla linea di Ledesma e Brocchi, che è il Gattuso della squadra biancoceleste. Hernanes farebbe il rifinitore, dietro a Rocchi e Floccari. Reja ha costruito una Lazio imprevedibile, sfrut tando la versatilità di alcuni suoi giocatori, capa ci di interpretare diversi copioni a livello tatti co. A rompere gli equilibri potrebbe essere Mauri, che si è rivelato finora più determinante anche dello stesso Hernanes. Mauri è difficile da inquadrare, da arginare, perché si sposta in più zone, passando dal centrocampo all’attacco. Per il suo modo di svariare, non offre punti di riferi menti. L’incognita, invece, nasce in difesa: Bia va è squalificato, la sua assenza viene messa quasi in secondo piano nelle valutazioni genera li rispetto a quella di , ma l’ex centrale del è stato molto prezioso al fianco di Dias. Stendardo è affidabile, ha esperienza e caratte re, però la Lazio si ritroverà a dover cambiare la difesa, a modificare certi meccanismi, proprio in una sfida così delicata. C’è poi da limitare Borriello, che ha forza fisica e dentro l’area di ri gore può diventare una preoccupazione costante ».



Reja e Ranieri, a vostro giudizio, che tipo di im pronta cercheranno di dare a questo derby? Prevarrà l’istinto o la ragione? 



Marchegiani:
 «Sono due professionisti che apprez zo e stimo, ma è innegabile che nel loro stile di gioco siano stati sempre molto attenti alla fase difensiva. Ho l’impressione che ci prepariamo a vivere una gara ragionata». 



Pruzzo:
 «Mi aspetto anche io una partita bloccata, anche se spero che dopo cinque minuti una giocata elegante, un numero a sorpresa, possa scombinare i piani della vigilia. La Lazio è bra va ad aspettare e a graffiare, come ha dimostra to in diverse circostanze». 



Marchegiani:
 «La squadra di Reja studia la situa zione e colpisce: è l’immagine costante di queste prime nove giornate. La Lazio copre e riparte: è robusta. La fortuna di Reja nasce dalla duttilità dei suoi giocatori: Mauri, Floccari, Hernanes». 



Pruzzo:
 «Ma il vero vantaggio dei biancocelesti è legato al fatto che la Roma, a causa degli infortuni a catena e della di , si ritro­va con i giocatori contati. A centrocampo potrebbero pesare le assenze di Pizarro, Taddei e Brighi ». 



Marchegiani: «Proprio per questo motivo sono por tato a pensare che la Roma si schiererà con il 4-4-2». 



Pruzzo: «Ranieri non potrà pescare dalla panchi na, ecco un altro dei limiti. Sarà importante, pe rò, sfruttare al massimo le caratteristiche di Vu­cinic e Menez: io confido sugli slanci di Mirko e sulla fantasia del francese. La Lazio si presente rà con un ricco ventaglio di alternative: potrà contare nel corso della gara su una serie di ri cambi di lusso. Mi riferisco a Matuzalem, così come a Rocchi o Zarate. Una delle partite più belle della Lazio è stata quella di Firenze, con il doppio regista: Ledesma e Matuzalem».



La Roma ha conquistato sette punti nelle ulti me tre giornate di campionato. E mercoledì ha vinto in lo spareggio con il Basilea. 



Pruzzo:
 «Dalla partita in Svizzera sono arrivate risposte confortanti, perché questo 3-2 può ac cendere l’entusiasmo e aumentare l’autostima. Ma sarebbe sbagliato sottovalutare anche due aspetti negativi: la difesa va spesso in affanno e a volte nel secondo tempo si notano limiti di te­nuta ». 



Marchegiani: «I disagi della Roma sono soprattut to di natura psicologica. Ma la squadra mi sem bra in ripresa, in crescita. L’insidia maggiore, per la Lazio, sarà costituita da Vucinic, soprat tutto se Ranieri deciderà di schierarlo defilato sulla sinistra, senza piazzarlo accanto a Borriel lo: a quel punto aumenterebbero i compiti di Li chtsteiner e Stendardo. Vucinic rende di più da attaccante esterno. Ha un peso diverso quando parte da dietro: è veloce, ha cambi di marcia che disorientano. A patto che non gli venga chiesto di partire sulla linea dei centrocampisti: quel la voro gli toglierebbe freschezza». 



Pruzzo:
 «Luca ha ragione. Vucinic, quando ha più campo davanti a sé, è in grado di cambiare i va lori di una partita. Punto forte su Vucinic, ha ri sorse importanti. In casa Lazio, invece, Mauri andrà controllato con attenzione, perché si sgan cia, si libera con facilità, sa giocare senza pallo­ne ».



Quale squadra avrà il dovere di provare per pri ma a prendere il controllo del derby? Spetterà alla Lazio, in testa alla classifica, farsi subito avanti, oppure a questa Roma in cerca di rilan cio? 



Marchegiani:
 «Ritengo che la Lazio, alla luce dei quattro punti di vantaggio sull’Inter, seconda in classifica, abbia meno pressioni psicologiche ri spetto alla Roma. E poi, come diceva Roberto in precedenza, la Lazio ha mostrato una straordi naria intelligenza nella lettura delle partite: at­tende l’attimo propizio per colpire. Un pregio, una qualità, un valore aggiunto: questo tipo di at teggiamento, da parte dei biancocelesti, non de­ve essere interpretato come una predisposizio ne al contropiede. Al contrario, la Lazio si è fat ta ammirare anche a Palermo per la naturalez za con cui gestisce i momenti più delicati: segno di maturità, di padronanza, di grande sicurezza nei propri mezzi. Credo che la Lazio non stia pensando per il momento allo scudetto, almeno è questo il mio parere, ma di sicuro entrerà al l’Olimpico con meno obblighi della Roma di vin­cere il derby». 



Pruzzo:
 «La Lazio, anche a livello mentale, si tro va in una posizione privilegiata. Ma questo fat tore positivo può essere annullato dal fatto che la Roma è consapevole di trovarsi davanti a una partita fondamentale. Una vittoria consentireb be ai giallorossi di rilanciarsi, di rientrare in lot ta per un posto in e di rican didarsi anche per qualcosa di più prestigioso».



Perché la Roma ha avuto una partenza così ano nima? 



Pruzzo:
 «La difesa, come spiegavo prima, ha ac cusato qualche passaggio a vuoto. Ma il proble ma principale è che la Roma continua a conce­dere troppe occasioni ai suoi avversari. E sareb be riduttivo addebitare questa responsabilità ai difensori. E’ un discorso che va analizzato nella sua globalità. La Roma ha sofferto anche con il Lecce e il Basilea. C’è poi da considerare l’aspet to relativo agli infortuni: Ranieri non ha mai po tuto scegliere la formazione. Comunque spero che il successo ottenuto in Svizzera possa aver ricreato le basi per una stagione emozionante». 



Marchegiani:
 «Mi ha deluso soprattutto il fatto che la Roma abbia ricominciato la stagione smar rendo tutti quei progressi che aveva raggiunto nella scorsa stagione, dopo l’arrivo in panchina di Ranieri. E’ come se tutto fosse stato azzerato: sono riemerse le lacune che avevano già con­trassegnato lo scorso inizio di stagione dei gial lorossi. In estate ritenevo che la Roma fosse una delle pretendenti alla conquista dello scudetto».



Per quanto riguarda la Lazio, invece, qual è il fattore che può aver determinato questo salto di qualità? 



Pruzzo:
 «Mi piace l’organizzazione tattica della Lazio: ha dimostrato finora di sapersi calare ogni volta nella parte giusta. E poi Reja ha tan te soluzioni: uno come Matuzalem sta facendo panchina e Rocchi ha saltato gli ultimi cinque impegni». 



Marchegiani:
 «La Lazio aveva giocatori bravi an che nello scorso campionato, quindi ero convin to che la squadra si sarebbe riscattata. Ma è chiaro che la sua partenza è stata sorprendente. Mi ha impressionato la capacità di Reja di gesti re la pressione. Torniamo indietro di una setti­mana: a Palermo, in tanti, si aspettavano la ca duta dei biancocelesti. Invece la prova della Lazio in Sicilia è stata entusiasmante: il gruppo ha dato sempre l’impressione di poter controllare la partita. E questa personalità si era già notata in altre occasioni. La coppia centrale, formata da Dias e Biava, sta garantendo un rendimento ec cezionale. Dias meriterebbe di giocare nella nazionale brasiliana: è straordinario, vale gente come Thiago Silva, Lucio e Juan. Ecco perché, e torno a sottolinearlo, la perdita di Biava potrebbe complicare il derby della Lazio, anche se Stendardo è un ragazzo serio, ben voluto dai compagni, e in possesso di una struttura fisica che gli permetterà di reggere il confronto con Borriello. Ma l’intesa fra Biava e Dias aveva contribuito a dare compattezza alla Lazio».



La Roma sarà costretta a rinunciare anche a Burdisso. 



Pruzzo:
 «E’ un’altra perdita, ma in quel ruolo c’è Mexes, il suo sostituto naturale. Piuttosto i pro blemi sono a centrocampo. In Svizzera mi è pia­ciuta la prestazione di Greco, ma io nel derby non farei mosse azzardate. Punterei su gente più esperta. Spero, poi, che la Roma non abbia fles sioni durante la ripresa: in Svizzera, quando il Basilea spingeva, si è abbassata e ha faticato a reagire». 



Marchegiani:
 «C’è una differenza abissale, dal pun to di vista della tenuta atletica, tra chi può gio care una partita a settimana e chi, invece, come la Roma, è impegnata anche in Europa. Chi scende in campo due volte non si allena mai». 



Pruzzo:
 «Guardate anche quello che sta succedendo nell’Inter: Muntari è il sedicesimo nerazzur ro finito in infermeria. Lo stesso Ranieri, l’altra sera, ha ammesso che si trova costretto a man dare in campo gente che è appena rientrata da un infortunio. Mi auguro che i giocatori non ri­sentano della stanchezza di Basilea».



In un derby conta più l’estro o la freddezza? 



Pruzzo:
 «Per me, da giocatore, il derby non era una sfida differente dalle altre. Ricordo che al cuni compagni, invece, lo vivevano con trepida­zione, bruciando così energie preziose: arrivava no alla partita con uno stress eccessivo. Per ren dere al massimo, devi avere la testa libera dai pensieri». 



Marchegiani:
 «Io avvertivo la diversità dell’even to. Erano vigilie lunghe, particolari». 



Il derby ha rovesciato spesso i pronostici della vigilia.
 



Marchegiani:
 «Io credo invece che a vincere sia stata quasi sempre la squadra migliore, al di là di qualche episodio che può aver rovesciato si tuazioni che sembravano già definite. Ma il der by ha mille insidie, questo è vero: nell’anno in cui la mia Lazio conquistò lo scudetto, ci pre­sentammo da primi in classifica e dopo venti mi nuti ci ritrovammo sotto di quattro gol». 



Pruzzo:
 «Non è vero che vince spesso la squadra che si presenta al derby senza i favori del pronostico ». 



Marchegiani:
 «D’altronde la Roma, l’anno scorso, si è presa sei punti fra andata e ritorno. I valori, insomma, non sono stati ribaltati».



Parliamo di Hernanes: vi ricorda qualche cam pione del passato? 



Pruzzo:
 «Ha avuto un impatto ottimo con il calcio italiano. Oltretutto ha una grande resistenza, considerando che è arrivato qui dopo aver gio­ cinquanta partite con il San Paolo. In Bra sile faceva la mezzala, in Italia si è adattato be ne a fare il trequartista. Ha tanta qualità, ma è diverso per caratteristiche da Falcao, oppure da Snejider, paragoni che ho letto o sentito». 



Marchegiani:
 «E’ diverso anche da Veron, che ave va un maggiore raggio d’azione. Hernanes è po tente ed estroso». 



Pruzzo:
 «E’ bravo, è elegante, calcia con il e il sinistro». 



Marchegiani:
 «E’ completo, ha temperamento. E poi ha evidenziato una freschezza atletica sor prendente, nonostante tutti gli impegni che ave­va sostenuto nel San Paolo fra campionato e Coppa Libertadores».



Come giudicate il momento di ? 



Pruzzo:
 «Mai pensato che il problema della Roma potesse essere rappresentato da . La sua , mi sembra banale sottolinearlo, è un danno. E’ vero che finora sono mancati i suoi gol, ma la Roma ha fatto poco per assisterlo, per sostenerlo, per aiutarlo». 



Marchegiani:
 «La Roma non lo ha messo nelle condizioni ideali. Trovo irrispettoso che qualcuno abbia indicato in lui la causa dei disagi. Non è fa cile vivere ventiquattro ore al giorno, come fa lui, nel tentativo di trascinare la Roma. Merita rispetto». 



Pruzzo:
 «C’è stata una voglia maligna di rimarcare, di evidenziare, più i difetti di questo avvio di stagione di che i pregi emersi durante tut­ta la sua carriera».



Ma che derby bisogna aspettarsi? 



Pruzzo:
 «Pochi spazi, almeno all’inizio, in attesa di qualche episodio a sorpresa». 



Marchegiani:
 «In partenza ci sarà una fase di studio, poi toccherà ai giocatori di maggiore classe prendere l’iniziativa».