LA REPUBBLICA (E. GAMBA) - E´ stato un pareggio di vizi più che di virtù, è capitato un 1-1 nel quale si sono specchiati i limiti della Juventus con quelli della Roma, è un punto che sfuggirà come sabbia dalle dita ma dopo tutto queste sono squadre che ancora non hanno la forza di stringere i pugni. I bianconeri sono stati un poco meglio dei giallorossi
La Juventus s´è imbestialita per il rigore che ha riportato in carreggiata la Roma, ma la decisione di Rizzoli è stata insindacabile: il gomito di Pepe, in barriera e un passo dentro l´area, ha intercettato la punizione di Totti, che ha poi segnato dal dischetto il suo primo gol in campionato mentre il primo tempo stava tramontando e anzi era tramontato. Tra il fischio e il gol sono passati quattro minuti, il primo minuto di recupero era già spirato, le discussioni sono state furibonde e vi ha partecipato anche un agitatissimo Delneri. D´altronde, poco prima la Roma aveva reclamato per un contatto tra Mexes e Chiellini ed è lì che s´è incendiata una partita che aveva avuto un copione lineare e non si era negata della tranquillità nemmeno dopo i fallacci iniziali di Menez su Grosso (ammonito) e di Melo su Totti (non ammonito): la Roma ha comandato il gioco con il suo palleggio, l´ha Juve l´ha scosso con le sue vorticose ripartenze, spesso ispirate da un vivacissimo Pepe. È stato per questo che, a parità di azioni da rete (Iaquinta all´8´, Menez all´11´ con sensazionale parata di Storari sul destro a giro del francese), i bianconeri hanno meritato il vantaggio in virtù della loro concretezza, della lucidità delle idee, della rapidità di esecuzione. Il gol è stato molto bello, a cominciare dal cross di Aquilani per finire con la sforbiciata volante di Iaquinta, controllato troppo flebilmente da Cassetti. Era stata la giusta punizione per una Roma troppo macchinosa, troppo orizzontale nonostante la spinta garantita da Cassetti e Riise. Rinunciando a un centravanti di riferimento come Borriello, Ranieri ha sguinzagliato Menez, Totti e Vucinic, il cui movimento continuo non ha però tradito la concentrazione di Chiellini e nemmeno quella del giovane Sorensen, che Delneri ha piazzato a sorpresa sulla fascia destra. Fatto il gol, la Juve ha affondato altri contropiede senza però finalizzarli, la Roma si è riorganizzata e le burrasche finali del primo tempo hanno obbligato tutti quanti a ricominciare da capo.
L´intervallo ha calmato le acque, ha tolto di mezzo due acciaccati (Grosso e Cassetti) ma anche imbruttito la partita, che già non era stata una meraviglia di per sé. La Juve ha perso sprint o forse un po´ di sicurezza, la Roma lucidità nel palleggio anche se non continuità, tant´è che ha controllato ritmi e spazi senza però mai affondare i colpi, imprigionata da una stucchevole sterilità che ha frustrato una superiorità potenziale (quella tecnica era assodata). Del Piero è entrato e Totti uscito, ma la prudenza bianconera ha in qualche modo bloccato la gara nei dintorni del centrocampo, dove più nessuno tentava soluzioni individuali per sparigliare le carte né accarezzava idee un minimo rischiose. La Juve ha increspato un po´ il finale con Aquilani e soprattutto con un destro dei suoi di Quagliarella, quasi impossibile. Senza quasi, stavolta: Julio Sergio l´ha parato.