Il sogno Roma diventa realtà

09/11/2010 alle 10:35.

CORSPORT (G. D'UBALDO) - Via del Casale di San Basilio, vecchi palazzi, un cortile. « I primi calci ad un pallone li ho dati qui, ero bambino. Si cominciava dopo pranzo e si andava avanti fino a quando faceva buio » . Pomeriggio uggioso, da poco è smesso di piovere. Le andro Greco è appena sceso dalla sua favo la. Un gol in Champions League mercoledì a Basilea,

CORSPORT (G. D'UBALDO) - 
Via del Casale di San Basilio, vecchi palazzi, un cortile. « I primi calci ad un pallone li ho dati qui, ero bambino. Si cominciava dopo pranzo e si andava avanti fino a quando faceva buio » . Pomeriggio uggioso, da poco è smesso di piovere. Le andro Greco è appena sceso dalla sua favo la. Un gol in mercoledì a Basilea, una presenza importante nel derby vinto domenica. «Non mi sembra ve ro. Ho tenuto dentro di me l’emozione, do vevo sfruttare al massimo l’occasione, non c’era tempo per farsi venire la pelle d’oca. Però poi la notte è stata dura prendere son no... » . La vita può cambiare nel giro di due partite. La vita stava per fermarsi nel 2004. Leandro è il capitano della Primavera. Torna da un torneo con una vescica, che si trasforma in setticemia. Un mese all’Ospedale San Camillo, nessuno sapeva farlo guarire. Un vecchio medico di famiglia individua la malattia. «Spero non sia tetano» . A novembre è entrato nel tunnel, ne è uscito solo a febbraio. «Ero dimagrito dieci chili, ho avuto paura » . Quando esordisce in serie A quel medico ha pianto di gioia. 



CARRIERA
 - La sua carriera comincia nel San Cleto, poi passa al San Basilio. Alla Roma arriva quando ha dieci anni. «Ero negli Esordienti, con Ugolotti allenatore. Ho fat to tutta la trafila, con una parentesi. A se dici anni mi mandarono a fare un campio nato nell’Astrea, in serie D» . Tanti calci e colpi proibiti, un anno sui campi in terra battuta che lo aiuta a diventare calciatore. Leandro gioca in tutti i ruoli del centro campo. Mezz’ala, mediano, qualche volta anche esterno. Trequartista. «E’ questo la posizione che mi piace di più e che ho ri coperto anche nel derby quando sono entrato al posto di Menez. Ma Jeremy è un fenomeno, io non c’entro niente con lui... » . La passione per la Roma che gli cresce dentro sin da bambino. Il ricordo più bello lo scudetto. Il 17 giugno 2001 lui c’è. «Facevo il raccattapalle. Un’emozione incre dibile. Ma fui sfortunato, perchè stavo sot to la Tevere, non ero tra quei ragazzi che andarono ad abbracciare . Poi vidi tut ta la festa al Circo Massimo. Uno spettaco lo che non dimenticherò» . 



SEGNALAZIONE
 - Bruno Conti lo vede al San Cleto. Anzi, il primo a vederlo è stato Alberto . Allena il Tor Tre Teste, ci gioca contro. Lo segnala a Conti, che lo prende senza neanche fargli fare il provi no. Pochi anni più tardi alcuni di quei gio catori campioni d’Italia diventeranno suoi compagni. Nell’aprile 2005 debutta in serie A. Bruno Conti allenatore. La Roma perde a Parma, il baratro della serie B sembra vicino. « Eppure di quella stagione ho ricordi positivi. Anche Del Neri a volte mi faceva allenare con la prima squadra » . 



GAVETTA
 - Usciamo dal cortile. Al campo del San Basilio si può andare a piedi. In contra un ragazzo che come lui ha un bambino piccolo. «E’ Fabio, siamo cresciuti insieme, abitavamo sullo stesso pianerottolo » . Al campo c’è una scritta con la vernice gialla sulla porta arrugginita degli spogliatoi. «Vietato l’ingresso ai genitori» . Un custode che si chiama Renato sta lì da ven ti anni. « Leandro era il più piccolo della scuola calcio » . Già da bambino giocava con i più grandi perchè era bravo. Nel 2005- 2006 una stagione con la Roma di Spalletti. Poi Verona. Allenatore Ficcaden ti. All’inizio non lo vede. Fa giocare gli al tri. In Verona- Greco fa gol di testa. Da allora non esce più. Ficcadenti lo vuole poi al Piacenza e anche al Cesena, in serie A. Al Verona prima è in prestito, poi in comproprietà. Lo vorrebbero confermare per puntare subito al ritorno in serie B. Un guaio muscolare diventa uno stiramento per tentare di recuperarlo troppo rapida mente. Nel frattempo al Verona Ventura è subentrato a Ficcadenti e Ventura l’anno successivo lo chiama al Pisa. Ma da quello stiramento non è ancora guarito. Il Pisa lo rispedisce alla Roma.«Rimandatelo a gen naio, quando sarà guarito » . Greco si alle na sapendo di non giocare. « Ho fatto una grande gavetta, devo ringraziare Ficca denti e Ventura, che mi hanno fatto cresce re e mi hanno dato fiducia, ci tengo a sot tolinearlo » . 



AMORE
 - A Verona conosce la donna che a giugno scorso è diventata sua moglie, Francesca che due anni fa gli ha regalato un figlio, Gabriele. « Loro sono rimasti a Verona e mi mancano. Non sono ancora venuti a Roma perchè fino a due mesi fa avevo le valigie pronte. Tra poco si trasferiranno » . Leandro è uno dei primi ad arrivare a Trigoria la mattina. Domenica sera non è andato a festeggiare per locali, ma è rimasto a casa. Si allena ogni giorno con il massimo impegno, anche quando sa che la domenica va in tribuna. La scorsa estate la Roma lo riscatta dal Verona e gli propon gono il Cosenza in C1, ma dice no. L’inte­ressamento dell’Ascoli non si concretizza, Ficcadenti lo chiama a Piacenza. Gioca da titolare tutto il girone di ritorno. L’ultimo giorno di mercato sta per fare il biglietto aereo per Cagliari. E’ nell’operazione che deve portare Marchetti alla Roma. Al mo mento delle firme Cellino fa saltare tutto. 



ROMANI
 - Quella di domenica è la terza presenza in serie A con la Roma. In tutto 66 minuti in cinque anni. Con Bruno Conti al lenatore gioca anche le semifinali di Coppa Italia contro l’Udinese e un pezzo della finale contro l’Inter. La Roma che sembra sfumata per sempre a venti anni ora è un punto di arrivo. «I miei compagni sono ec cezionali. Mi hanno sostenuto anche nei momenti difficili. I complimenti di mi hanno fatto piacere, lo ringrazio» . Francesco gli dà consigli, come . «Ma con Daniele è diverso, siamo quasi cresciuti in sieme » . Quando deve giocare le semifina li di Coppa Italia contro l’Udinese, si racomanda con Conti: «Quel ragazzo fallo allenare con il » . Vuole continuare a vivere questa favola: «Sapevo che se fossi rimasto alla Roma sarebbe stata dura gio care, considerati i tanti campioni che ci so no nel mio ruolo. Sapevo che non avevo niente da perdere. Spero di avere qualche possibilità in più. Ma non ho mai smesso di crederci, sono abituato a lottare. Mantene re la concentrazione quando sai che non giochi non è facile, ma lo faccio per me stesso. Restare alla Roma è un sogno, il punto di arrivo» . Il suo contratto scade nel 2012. Guadagna 200.000 euro l’anno. Ieri Pradè ha chiamato il suo procuratore per cominciare a parlare del rinnovo.