IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - È quello di Enzo Francescoli il primo nome, almeno in ordine cronologico, che si lega alla storia di Claudio Ranieri come allenatore. Quando arriva in Italia, nel 90, non è certo un giocatore che ha bisogno di essere scoperto. Ha quasi ventinove anni, il campione uruguayano, e ha già fatto benissimo in patria, con il Montevideo Wanderers, e poi in Argentina, con il River Plate (dall83 all86, durante i quali anni si guadagna anche la nazionale), prima di approdare in Europa (tre stagioni in una mediocre squadra parigina, e poi un anno con lOlympique Marsiglia).
Ma è a Cagliari che trova il suo rilancio internazionale, anche grazie al tecnico romano, che lo arretra nella posizione, da attaccante puro a trequartista, facendone uno degli artefici dei successi di quellunica stagione insieme, e delle due che seguiranno, senza Ranieri in panchina. Al punto che ancora oggi, i tifosi sardi lo ricordano come uno dei più grandi calciatori nella storia della società rossoblù.
Il secondo, tra i giocatori che debbono molto al tecnico di San Saba, è certamente Gianfranco Zola, che era già cresciuto allombra di Maradona, ma che Ranieri investe ufficialmente del ruolo che era stato dellargentino. Anche se quella maglia numero 10, così pesante da indossare, gliela aveva già consegnata qualche mese prima (in un Pisa-Napoli) lo stesso pibe de oro. Zola ritroverà Ranieri a Londra, dove condividerà tre (dal 2000 al 2003) delle quattro stagioni che il tecnico romano ha trascorso alla guida del Chelsea. E dalla cui panchina può dire di aver lanciato altri giocatori importanti: da Frank Lampard, che il tecnico volle espressamente con i blues nel 2001 e che proprio grazie a lui ha trovato la sua consacrazione quale centrocampista completo, a John Terry, il centrale che come racconta lo stesso Ranieri «aveva labitudine di mangiare sei uova al bacon prima della partita. Considerato che era sempre il migliore in campo, gli dissi che poteva anche seguitare a mangiarle». O lo stesso Joe Cole, che, come Lampard (e Glen Johnson), arrivava dal West Ham, e che ad appena 21 anni ha trovato nellallenatore romano una guida tecnica di valore assoluto.
Per non parlare dei giocatori che, in Italia, hanno iniziato la propria carriera sotto lala di Claudio Ranieri. Come Gabriel Batistuta, che al suo secondo anno siglerà 26 gol, segnando per 11 partite consecutive (record del campionato italiano), e Manuel Rui Costa, anche se questultimo non potrà dimenticare facilmente le tante sostituzioni alle quali il tecnico lo sottoponeva (ben 18 nella sola stagione 95/96!). E con loro, Francesco Toldo, che arrivò a Firenze nello stesso anno del tecnico, il 1993, quando si ripartì dalla B con lobiettivo, raggiunto, della promozione. La storia recente è quella che vede il tecnico a Parma, nel 2007, dove, nei pochi mesi trascorsi su quella panchina, dà piena fiducia a Giuseppe Rossi, arrivato in prestito a gennaio: lattaccante si rivelerà decisivo per il raggiungimento della salvezza, con 9 gol realizzati nellarco delle 19 gare disputate. A Roma, non ha bisogno di scoprire nessuno tra i giocatori a sua disposizione. Anche se non manca il suo zampino in qualche scelta che potrebbe rivelarsi fortunata da qui a breve. A cominciare dallo spazio concesso a un certo Leandro Greco. Hai visto mai




