IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Ancora il San Paolo, con i suoi spifferi marini e i suoi mille suoni, sarà tappa cruciale per il futuro della Roma. E successo spesso, ultimamente. E in passato: nel giugno 2001, penultima puntata, proprio dal Golfo avvistò il terzo scudetto. Stavolta il viaggio a Napoli arriva presto, ma la scadenza in calendario può già certificare le ambizioni dei giallorossi, dopo sei giornate del torneo, colpa della partenza disastrosa e della classifica angosciante.
Se la Roma vuole risalire e tornare in corsa, dovrà accelerare qui, dove il Napoli cerca il primo successo casalingo in campionato, lultimo il 9 maggio, doppietta di Quagliarella che oggi veste alla juventina. La coincidenza, e nella città partenopea i numeri li sanno far fruttare, è che cinque mesi fa anche Francesco Totti segnò due reti prima del lungo digiuno con cui si presenta al San Paolo.
Il percorso del capitano è lo stesso della sua squadra. In altalena. E con meno certezze. La Roma stenta e cerca lidentità tattica smarrita, Totti non segna e studia la migliore posizione in campo, Ranieri cambia assetto in ogni partita e in corsa e, già tre volte, proprio Francesco. Non è, però, in discussione il capitano, ma il suo ruolo. Non fa più il centravanti: lì, dove è stato negli ultimi quattro anni, ora si piazza Borriello che è in forma e lascia il segno. Totti, invece, è seconda punta, trequartista, a volte, esterno. Si sacrifica. Per la squadra, più che per se stesso.
E per dimostrare allallenatore di essere il partner dellultimo arrivato e non lalternativa (uno dellaltro). Prima di ogni soluzione, ancora da trovare, viene il risultato. Come dice proprio Francesco: «Lunica medicina è la vittoria».
«Siamo ancora convalescenti. Ma abbiamo fatto passi da giganti. Ne voglio un altro» chiede Ranieri. Che, per non anticipare i tempi, va sullaffetto e non sullassetto. Dopo il chiarimento di domenica scorsa, per la sostituzione contro lInter, e prima di salire sul treno per Napoli, battezza il capitano. Lo elegge suo cocco: «Prima viene Totti, poi tutto il resto». E addirittura spiega che Francesco ha una corsia preferenziale. Perché «Totti è Totti, il più grande giocatore italiano e il nostro capitano. Noi ce lo teniamo stretto». E guai a metterne in dubbio la tenuta atletica: «E in condizioni fisiche straordinarie. Ha fatto tutta la preparazione, sta in un momento doro. Corre come un dannato. I parametri della partita con il Cluj, che abbiamo ricevuto dallUefa, lo confermano: al primo posto cè De Rossi, al secondo Castellini e al terzo Totti. Per cui puliamoci la mente. Il capitano è il capitano. Gli manca il gol, ma corre tantissimo, sembra un ragazzino di ventanni, pieno dentusiasmo. Mi soddisfa completamente».
Dallelogio, Ranieri passa alle scelte. E, andando contromano, tiene viva ogni opzione: «Poi, se la gara lo richiede lo metto, lo tolgo, lo inserisco. Questo fa parte di una strategia tattica che ogni allenatore prende in considerazione». Nellalbergo davanti a Castel dellOvo, affronta la questione con Francesco. Per spiegargli che cosa ha in mente. Troppo scontato il discorso del tecnico: non si può escludere la sorpresa. Il tandem Borriello-Totti è il più semplice da varare, pesate le belle parole dellallenatore, e non quello su cui scommettere, perché non ha detto che Totti sarà titolare. Ranieri, sul resto, è lineare (a parte un po di pretattica sulla difesa a tre: tra laltro Mazzarri non ha punte di riferimento): «Il Napoli non è stanco, la rimonta di giovedì sera ricarica le energie»; «Come nel campionato scorso» De Rossi basso in attesa di Hamsik «bravo a inserirsi», «Menez è più resistente di Vucinic» che si gioca il posto con Totti.