Quassù tra le cesoie e le censure

14/10/2010 alle 10:24.

IL ROMANISTA (P. MARCACCI) - Nonostante una lieve inclinazione alla claustrofobia, mi sono immedesimato per un attimo in uno dei minatori cileni estratti ieri dalla loro prigione sotterranea; non per avere in regalo un paio di occhiali scuri né per la maglia di Pizarro, che già posseggo, ma per immaginare dopo tutti questi giorni cosa avrei trovato.

un paio di occhiali scuri né per la maglia di Pizarro, che già posseggo, ma per immaginare dopo tutti questi giorni cosa avrei trovato. Fossi rimasto più di due mesi senza giornali né internet, senza radio e tv, di certo avrei dato per scontato, alla mia fuoriuscita dal sottosuolo, di trovare due cose: la Roma già venduta, magari all’offerente più facoltoso e gli stadi italiani nel frattempo divenuti simili a delle chiese, con i soli fumogeni consentiti: quelli a base d’incenso. Per quanto riguarda gli stadi, ci sono andato vicino: Marassi l’altra sera aveva qualcosa di una cattedrale, solo ortodossa, come dimostrano le foto di Stankovic e compagni, impegnati nel simpatico gesto cetnico delle tre dita, utile anche per preannunciare agli ultras la sconfitta a tavolino. Del resto,secondo i dettami del Decreto Maroni, ai tifosi kosovari d’etnia albanese la trasferta era stata vietata, dunque i simpatici belgradesi non hanno esitato a bruciare anche l’unico vessillo capitato lì per caso. Comunque, l’apparato di sicurezza al "Luigi Ferrariis" ha funzionato benissimo: si temeva

che un’orda di pericolosissimi bambini genoani e sampdoriani riuscissero ad entrare nell’impianto con le loro sciarpette al collo e con le bandierine in mano, invece tutto è filato liscio. Bene anche sotto il profilo dell’abbattimento delle barriere all’interno degli stadi: la gabbia dei serbi presentava vie di fuga. Per quanto riguarda invece il passaggio di proprietà della Roma, una volta riemerso dal

sottosuolo, nel vedere la Roma ancora senza un nuovo proprietario avrei subito tratto la conclusione che nessun "magnate" (inteso come facoltoso imprenditore, non come incontri tra leghisti ed autorità romane) si sia nel frattempo fatto avanti, presentando un’offerta, delle garanzie, dimostrando di avere qualche soldarello

da parte insomma. Di certo non quel Sawiris che in men che non si dica ha concluso con i russi un’operazione per miliardi di Euro. Se fossi un minatore cileno, oggi mi sorprenderei dopo i fatti di Genova e dopo le dichiarazioni del miliardario egiziano alla "Tv del Nilo", dove evidentemente le notizie scorrono meglio, portate dal fiume, ma non essendolo non posso sorprendermi di nulla; posso solo desiderare di entrarci ora, in una miniera e pazienza per quel po’ di claustrofobia: stareste comunque peggio voi, quassù, costretti tra le censure e le cesoie.