IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - Ha riaperto i battenti ieri, 1° ottobre, come fosse il primo giorno di scuola (daltri tempi!), laula del processo su Calciopoli. Non quello sportivo, ovviamente, concluso da tempo, ma quello che dal 20 gennaio del 2009 si tiene presso la nona sezione del tribunale di Napoli, e aveva visto lultimo appuntamento giusto a giugno.
Unudienza ricca di presenze annunciate. Dal presidente federale Abete allex designatore Collina, ascoltati in mattinata, luno per rispondere a domande sulla propria gestione dellente, laltro su questioni legate a singole partite, riguardo alle quali ha escluso di «aver mai ricevuto pressioni da Pairetto o Bergamo per pilotarne il risultato». Il pomeriggio si è aperto con la deposizione di Simone Nozzoli, giornalista, che ha spiegato come avvenissero i sorteggi arbitrali. Il clou doveva ancora arrivare. Erano passate da poco le 15.40 quando ha fatto il suo ingresso Franco Baldini.
Lex dirigente giallorosso (oggi general manager della nazionale inglese, ancora con Capello) si è ritrovato faccia a faccia con il suo nemico di sempre, Luciano Moggi. Il giudice gli ha chiesto quali fossero i suoi rapporti con lui: «Formali - ha risposto Baldini - Buoni, cattivi o pessimi? Avevamo rapporti normali, ma non gli andavo a genio. Li avevo definiti pessimi? Lo sono diventati successivamente». E quando lo definisce «quelluomo senza qualità», citando Musil, che il processo si infiamma, e la presidente, Teresa Casoria, lo invita a frenarsi, mentre per trattenere Moggi, scattato dalla sedia, deve intervenire il suo legale, Paolo Trofino. Baldini attacca ancora: «Nulla si muoveva o si spostava senza che Moggi lo volesse», aggiungendo di essere stato minacciato più volte, in passato, dallex dg bianconero. Pronto a replicare, a udienza chiusa: «Io quello lo querelo».