Il Consap: «Maroni, che errori!»

14/10/2010 alle 10:33.

IL ROMANISTA (P. BRUNI) - Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando negli Anni 70, i polizieschi all’italiana riempivano le sale cinematografiche e appassionavano migliaia di persone.

che ha riportato alla ribalta le oggettive difficoltà di una gestione istituzionale che sta accusando profonde carenze organizzative. In effetti, sarebbe errato e sciocco non ammettere che Italia-Serbia, la sfida mai giocata, ha

creato imbarazzo e preoccupazione ovunque.


Dai vertici federali a quelli politici. Dura la posizione della Consap (la confederazione sindacale autonoma di polizia) che, per bocca del suo segretario generale, Giorgio Innocenzi ha sollevato molti dubbi sulla reale efficacia della linea condotta dal Ministero degli Interni sulla sicurezza negli stadi: «Ci sono due aspetti da evidenziare dopo i fatti di Genova: la carenza nel lavoro di intelligence prematch e il non perfetto funzionamento dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive».

Una serie di componenti che hanno rischiato di far precipitare un semplice incontro di qualificazione europee in una vera disgrazia: «Grazie all’operato delle forze di polizia, alla professionalità e all’intelligenza degli operatori che gestivano l’ordine pubblico non si è finiti nel dramma. Oggi, grazie al decreto Maroni, il lavoro agli interno dello stadio lo fanno gli steward e noi non abbiamo più una competenza specifica». Per il segretario generale della Consap, la tessera del tifoso ha dei seri ed evidenti limiti strutturali: «Abbiamo detto fin dall’inizio che non è la panacea di tutti i mali. Riteniamo che sia uno strumento, ma non quello più efficace. Sicuramente fa felice chi l’ha inventata perché è una card che ha innescato un certo tipo di businnes. Questa schedatura sembra un atto involutivo». «Purtroppo – continua Innocenzi – è un metodo che sta svuotando gli stadi e colpevolizzando i sostenitori, creando involontariamente dei nemici. Sembra paradossale ma il Ministro Maroni è riuscito a compattare le tifoserie contro la polizia». Il futuro è pieno di incognite e la strategia che sta sollevando il polverone delle accuse, sembra essere molto pericolosa: «Vogliamo maggiore tutela per le forze dell’ordine e rispetto per chi rischia la vita tutti i giorni. A fine campionato sarà necessaria una riflessione, cercando di studiare una politica educativa e ricevere maggiore aiuto da parte delle società di calcio. Da parte nostra stiamo segnalando i lati deboli ma dipenderà dai vertici provvedere agli eventuali cambiamenti».