«Dobbiamo crescere ancora»

19/10/2010 alle 09:34.

IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - «Nessun problema, gioco». E nessuno ha mai avuto il minimo dubbio. Chiunque conosca un po’ Nicolas Burdisso, sa che non è uno che si ferma di fronte a un taglio e a un po’ di sangue. Contro il Genoa è saltato e ha abbattuto Toni e Cassetti che, come lui, si erano avventati su una palla vagante. Gli altri a terra, lui in piedi, con una ferita all’occhio che ha richiesto tre punti di sutura. Ma non gli ha impedito di giocare fino al termine della partita col Genoa. Anzi, da quando gli hanno messo in testa il turbante di protezione, ha giocato anche meglio.

 

Fiducia, dunque, anche se la difesa non è ancora quella che lo scorso anno era diventata impenetrabile

per chiunque. Anche col è arrivato un gol al passivo. Cosa c’è che non va?
«I meccanismi sono gli

stessi dell’anno scorso
- replica lui -. Questa è una squadra che cerca sempre di attaccare. Forse l’anno

scorso eravamo in qualche occasione più attenti. Ma penso che siano casi particolari, i meccanismi sono gli

stessi. Abbiamo avuto una partita storta come quella di Cagliari in cui abbiamo preso 5 gol. Quella partita

ci dice tanto, ma i meccanismi e la voglia di difendere di tutta la squadra sono gli stessi».
Una voglia di fare grande la Roma. Quella che lo ha spinto la scorsa estate a rifiutare l’Inter e la pur di restare qui. Nico è tornato a parlare di quei giorni convulsi: «Prima di tutto a me è dispiaciuto più che a tutti gli altri questa telenovela che si è creata. Io avevo dato la mia parola alla Roma, la Roma aveva dato la sua parola a me. Questo è tutto il discorso, non c’è nessun altro discorso. Per me il capitolo a Milano era chiuso. Poi c’erano altre squadre, ma io avevo dato la mia parola alla Roma. Questa è la cosa più importante».

 

Vero, ora Nico è giallorosso a tutti gli effetti e lo sarà per i prossimi 4 anni. Nei quali combatterà come ha

sempre fatto, con o senza punti all’occhio. Con o senza turbante. Come farebbe Sandokan.