Vucinic. Una meraviglia con la dedica Roma, io ci sono

05/09/2010 alle 10:20.

GASPORT (A. CATAPANO) - Quello sarà pure bello e impossibile, ma quando lui si infila lo smoking gli avversari gli cascano ai piedi come ragazzine. Venerdì sera, stadio Pod Goricom di Pogdorica. Al 30’ minuto di Montenegro-Galles, compare lui, smoking rosso e scarpette verdi, la barba di un paio di giorni, soprattutto la faccia impertinente di chi la sta combinando grossa. Prende palla sulla trequarti, ingrana la marcia, parte a testa bassa, sfonda a sinistra. Non lo prendono più. Ne salta uno, ne salta un altro, entra in area. I due gallesi quasi si scontrano goffamente. È defilato, potrebbe crossare, sarebbe più logico, ma non è da lui, e infatti tira, di sinistro. Ma come, e dove? Il pallone è una scheggia, si

Messaggio inviato Ci vogliono gli stimoli giusti per accenderlo, e lui, Vucinic, non sempre riesce a trovarli. Venerdì sera doveva trascinare il suo Paese, e questo gli sarebbe bastato. Il Montenegro agli Europei, a quel punto davvero entrerebbe nel mito. Ma c’era anche una questione romana da sistemare, un messaggio da inviare, ad un paio di destinatari. Il primo. Marco Borriello, bello e impossibile, centravanti di razza, «con lui possiamo vincere qualcosa finalmente» gli ha fatto eco Pizarro, «con Marco abbiamo un attacco stellare» ha sentenziato la Sensi. Sì, d’accordo.

Il secondo. Claudio Ranieri, bravo e comprensivo, l’allenatore che più di ogni altro ha compreso Vucinic, ne ha tollerato le lune ne ha esaltato le doti, «calciatore straordinario e per me indispensabile» disse una volta. E adesso vorrebbe togliergli il posto per darlo a quello là? «Con Borriello mi cambia la vita — ha detto Ranieri l’altro giorno —, finalmente ho l’attaccante d’area che mi mancava».

Quanta abbondanza Eccoci. Qualcuno c’è rimasto male. Ranieri dovrà dosare gli uomini col bilancino. no, chi lo tocca, ci mancherebbe pure. 245 gol con la Roma, 192 in Serie A, giù il cappello. Vucinic è partito subito per il Montenegro. Menez se ne è andato in Francia e forse gli conveniva restare qui. Okaka ha un preso un aereo per Sarajevo, almeno nell’Under un tempo lo gioca. Adriano no, non aveva niente per distrarsi. Così, tra una corsetta e uno yogurt ( starà a dieta, no?) è andato subito a bussare alla porta di Ranieri, che lo ha dovuto consolare come Oronzo Canà con Aristoteles. «Niente paura Adri, quando guarirai ci sarà posto anche per te». E quello, di riflesso. «Ma mister, che si gioca in quindici?».