Riise, la risonanza dirà tutto

10/09/2010 alle 10:18.

CORSPORT (P. TORRI) - Risonanza magnetica spettrosco­pica. E' questo l'esame che nei prossimi giorni ci farà capire con maggiore esat­tezza per quanto tempo Claudio Ranieri e la Roma dovranno fare a meno di John Arne Riise. Il norvegese si è fermato, pur­troppo, lunedì scorso, alla vigilia della partita della sua nazionale contro il Porto­gallo, a causa di un tremendo impatto in allenamento con il compagno Ruud che, come conseguenza, per il rosciodi Roma, come lo ha definito Francesco Totti, ha avuto un trauma cranico con immediato ricovero in ospedale.

PROBLEMA -Si è trattato, evidentemente, di un brutto e duro colpo che costringe­rà la Roma a dover fare a meno del suo esterno sinistro basso titolare per qual­che settimana. Anche perché il giocato­re ha accusato nei giorni successivi mal di testa e, soprattutto, continua a non ri­cordarsi nulla di quello che gli è capita­to, cioè un vuoto di memoria che in casi come questo non può essere assoluta­mente sottovalutato. Anche ieri da Tri­goriasi sono in contatto con il gio­catore che ha confermato come le sue condizioni siano in costante ma lento mi­glioramento, comunque ancora non idea­li per poter ripartire alla volta di Roma. Per ora il rientro delroscioè stato con­fermato nella giornata di lunedì prossi­mo, cioè alla vigilia della partenza dei compagni alla volta di Monaco di Bavie­ra dove mercoledì la Roma farà il suo esordio in . Una volta che sarà rientrato nella Capitale, il nor­vegese sarà sottoposto a tutta una nuova serie di esami, a cominciare dalla riso­nanza magnetica spettroscopica che do­vrebbe dare una risposta abbastanza precisa sui tempi di recupero che per ilmomento sono confermati intorno alle quattro settimane.

PRECEDENTE -La Roma, peraltro, sa che in casi di questo tipo, non si può assolutamen­te fare le cose con leggerezza. C'è stato in­fatti un precedente, con Philippe Mexes, che all'epoca fece molto discutere, anche a proposito dei rapporti non idilliaci che in quel momento c'erano tra Luciano Spallet­ti e Mario Brozzi, allenatore e medico so­ciale. Mexes si fece male il 6 novembre del 2007 in una partita di a Lisbo­na contro lo Sporting, un durissimo scontro in campo con Doni, trauma facciale, ma so­prattutto, una volta constatati i vuoti di me­moria del francese, un trauma cranico ac­certatodalla risonanza magnetica di cui so­pra, esame a cui fu sottoposto all'Universi­tà di Tor Vergata (l’unica ad avere il parti­colare macchinario che serve). E' un esame che, tra le risposte, fornisce i parametri dei cosiddetti mediatori encefalici, tra cui quello denominato NA che studi specialisti­ci hanno dimostrato diminuire in maniera preoccupante in caso di trauma cranico, al punto che un secondo trauma potrebbe ri­sultare fatale. Per questa ragione, all’epo­ca, Mexes fu fermato e fatto tornare in campo (dopo circa venti giorni) solo dopo che il mediatore encefalico NA tornò ad au­mentare. Solo una volta che questo para­metro sarà tornato nella norma, sarà possi­bile dare il semaforo verde alroscio.