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CORSPORT (P. TORRI) - Risonanza magnetica spettroscopica. E' questo l'esame che nei prossimi giorni ci farà capire con maggiore esattezza per quanto tempo Claudio Ranieri e la Roma dovranno fare a meno di John Arne Riise. Il norvegese si è fermato, purtroppo, lunedì scorso, alla vigilia della partita della sua nazionale contro il Portogallo, a causa di un tremendo impatto in allenamento con il compagno Ruud che, come conseguenza, per il rosciodi Roma, come lo ha definito Francesco Totti, ha avuto un trauma cranico con immediato ricovero in ospedale.
PROBLEMA -Si è trattato, evidentemente, di un brutto e duro colpo che costringerà la Roma a dover fare a meno del suo esterno sinistro basso titolare per qualche settimana. Anche perché il giocatore ha accusato nei giorni successivi mal di testa e, soprattutto, continua a non ricordarsi nulla di quello che gli è capitato, cioè un vuoto di memoria che in casi come questo non può essere assolutamente sottovalutato. Anche ieri da Trigoriasi sono messi in contatto con il giocatore che ha confermato come le sue condizioni siano in costante ma lento miglioramento, comunque ancora non ideali per poter ripartire alla volta di Roma. Per ora il rientro delroscioè stato confermato nella giornata di lunedì prossimo, cioè alla vigilia della partenza dei compagni alla volta di Monaco di Baviera dove mercoledì la Roma farà il suo esordio in Champions League. Una volta che sarà rientrato nella Capitale, il norvegese sarà sottoposto a tutta una nuova serie di esami, a cominciare dalla risonanza magnetica spettroscopica che dovrebbe dare una risposta abbastanza precisa sui tempi di recupero che per ilmomento sono confermati intorno alle quattro settimane.
PRECEDENTE -La Roma, peraltro, sa che in casi di questo tipo, non si può assolutamente fare le cose con leggerezza. C'è stato infatti un precedente, con Philippe Mexes, che all'epoca fece molto discutere, anche a proposito dei rapporti non idilliaci che in quel momento c'erano tra Luciano Spalletti e Mario Brozzi, allenatore e medico sociale. Mexes si fece male il 6 novembre del 2007 in una partita di Champions a Lisbona contro lo Sporting, un durissimo scontro in campo con Doni, trauma facciale, ma soprattutto, una volta constatati i vuoti di memoria del francese, un trauma cranico accertatodalla risonanza magnetica di cui sopra, esame a cui fu sottoposto all'Università di Tor Vergata (lunica ad avere il particolare macchinario che serve). E' un esame che, tra le risposte, fornisce i parametri dei cosiddetti mediatori encefalici, tra cui quello denominato NA che studi specialistici hanno dimostrato diminuire in maniera preoccupante in caso di trauma cranico, al punto che un secondo trauma potrebbe risultare fatale. Per questa ragione, allepoca, Mexes fu fermato e fatto tornare in campo (dopo circa venti giorni) solo dopo che il mediatore encefalico NA tornò ad aumentare. Solo una volta che questo parametro sarà tornato nella norma, sarà possibile dare il semaforo verde alroscio.