IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Nella stagione 2007-2008, lunica con la maglia del Genoa, Marco Borriello è stato sino allultima giornata del campionato in corsa per il titolo di capocannoniere. Salì sul podio, da terzo con 19 reti, dietro a Del Piero, vincitore con 21, e a Trezeguet, secondo con 20. Di sicuro lannata migliore, con tanto di prima tripletta in A e di prima convocazione in Nazionale, con Donadoni che lo portò allEuropeo. Sulla panchina rossoblù, oggi come allora, Gian Piero Gasperini. Che può svelarci tutti i segreti del neogiallorosso:
«No. E anche gratificante, perché penso che sia in assoluto un complimento. Ma non è solo uomo darea di rigore. E anche dinamico e tecnico, mai statico, ad aspettare un cross o comunque la palla. E un gran bel centravanti».
E al tempo stesso giocatore che aiuta la squadra?
«Certo. E molto generoso: se sta bene fisicamente, è uno che in campo non si risparmia. Sa farsi ben volere da allenatore e compagni».
In che modo?
«Davanti è fisicamente un punto di riferimento. Fa salire la squadra, ma è capace anche di buttarsi negli spazi e di cercare la profondità. E veloce nei movimenti. Cioè, pur non essendo uno rapido, ha potenza e sa quando partire».
E vero che andando a guardare il film dei suoi gol non può sfuggire che le sue reti siano soprattutto belle?
«Sì, ricordo quelle con il Genoa. Tante da cineteca. Difficilmente ne ricordo qualcuna di rapina».
Quanto cresce il potenziale offensivo della Roma con larrivo di Borriello?
«Se lo hanno preso, vuol dire che serviva. Comunque, uno come Borriello avrebbe fatto comodo a tante altre squadra di vertice, a cominciare dalla Juventus».
Pensa che lideale sia vederlo giocare in tandem con Totti?
«E una formula ottima. La Roma ha diverse opzioni e alternative: può giocare con una punta, con due vicine o usando gli esterni. I due sono senzaltro una coppia di altissimo livello, in Italia e in Europa».
Se deve dare un giudizio sulle qualità balistiche di Borriello, lo reputa più forte di testa o per le conclusioni con il suo piede preferito, il sinistro?
«Di testa, grazie al fisico, si fa apprezzare. Ma credo che con il sinistro è più decisivo: per la prontezza e limmediatezza nellesecuzione».