Pizarro, fatto 30, oggi ha fatto pure 31

11/09/2010 alle 12:55.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - OGGI il popolo cileno ricorda la morte di Salvador Allende, primo presidente marxista eletto democraticamente in America. È un giorno speciale, quindi, per la popolazione che in questi ultimi mesi è stata presa di mira da un destino avverso, prima sotto forma di terremoto, poi sotto forma di miniera, dove 33 persone sono ormai bloccate da giorni. Eppure i quotidiani e i siti della Nazione sudamericana, riescono comunque a trovare spazio per un personaggio che gode di tantissima popolarità e che è considerato una sorta di eroe positivo,

Il piccolo grande Pek festeggerà il compleanno a Cagliari, con i suoi compagni di squadra (previsto un brindisi a base di acqua naturale e succo di frutta intorno a mezzogiorno) e domani a pranzo si dedicherà invece alla moglie e ai figli. Stasera, al Sant’Elia, Ranieri gli consegnerà ancora una volta le chiavi del centrocampo giallorosso, visto che «si è allenato ed è migliorato». Pizarro non è ancora al massimo, primo perché la condrite al ginocchio è un fastidio da non sottovalutare, e secondo perché la prima partita del numero 7 risale al 21 agosto, Supercoppa contro l’Inter al Meazza. Da oggi a Cagliari, Pizarro ha bisogno di mettere altri minuti nelle gambe, in vista degli impegni sempre più ravvicinati. Al Sant’Elia Pizarro torna 8 mesi dopo la sfortunata partita del 6 gennaio, in cui andò a segno su rigore e in cui, soprattutto, fu sfiorato da un petardo lanciato dagli spalti. Il Pek cadde a terra momentaneamente stordito, ma dopo pochi minuti si rialzò e riprese a giocare come se nulla fosse. Tra gli applausi da parte dei tifosi della Roma e di quelli del Cagliari, che apprezzarono la sportività del calciatore, tra i migliori in quella giornata. Tanto che quando uscì, all’85, la Roma incassò due gol in cinque minuti. D’altronde, il metronomo romanista è rispettato da tutti gli avversari, merito di un atteggiamento, in campo e fuori, esemplare. I suoi comportamenti lo hanno portato poi ad essere, fin dal suo arrivo nel 2006, uno dei leader nello spogliatoio. Per questo quando a Riscone ha definito «maledetto » lo scudetto sfuggito alla Roma d’un soffio, tutti hanno visto nei suoi occhi e nella sua voce la grinta di tutta la squadra. La stessa che oggi il Pek è pronto a mettere su un campo dove «la mia Roma» non vince da quindici anni. Tornare a farlo sarebbe, senza dubbio, un bel regalo di compleanno.